La casa di carta e l’omaggio alla musica italiana

10 Aprile 2020 di Paolo Morati

La pronta segnalazione di un nostro lettore, riguardante l’inserimento di musica italiana in un episodio della quarta stagione della serie La casa di carta, non poteva cadere nel vuoto. Ennesima dimostrazione della presenza dei nostri brani nell’immaginario collettivo internazionale, l’occasione è di fatto un buon motivo per dare una spolverata al disco (è proprio il caso di chiamarlo disco).

Due in particolare le canzoni riportate alla memoria: Ti amo di Umberto Tozzi e Centro di gravità permanente di Franco Battiato. Entrambe cantate in italiano, all’epoca erano uscite anche in versione spagnola. Non è comunque un mistero che grandi successi italiani abbiano vissuto varie volte grande fortuna anche all’estero, e questo alla faccia di chi insiste a sostenere che ad ascoltarle siano solo gli immigrati e i paesi che i critici considerano ‘ignoranti’ dal punto di vista musicale.

Per restare nella sola Spagna, bisogna dire che non sono solo Tozzi o Battiato ad aver lasciato il segno, considerando l’abitudine di molti nostri artisti di tradurre le proprie canzoni portandole là dove la nostra melodia (e relativa lingua) è da sempre apprezzata nelle sue varie evoluzioni, dalla romanza al pop.

Centro di gravità permanente è di fatto uno dei 7 brani inclusi in quel capolavoro intitolato La voce del padrone, il disco che portò Battiato nell’olimpo delle classifiche nel 1981 superando il milione di copie vendute. Il brano in questione fu registrato in spagnolo (Centro de gravedad) nel 1985 e incluso nella raccolta Ecos de danzas sufi, pubblicata contemporaneamente a quella inglese Echoes of Sufi Dances.

Il caso di Ti amo è più clamoroso, considerato che è stata incisa nel 1977, con vittoria al Festivalbar, e da lì diffusa in tutto il mondo dallo stesso Tozzi oltre che da altri artisti che decisero di farne una cover. Una canzone dalle mille vite, tornata ancora prepotentemente alla ribalta nel 2002 per la sua presenza nella colonna sonora del film Asterix (con conseguente enorme successo in Francia) e confermando lo status di classico senza tempo oggi con La casa di carta.

Sull’argomento musica italiana vale la pena citare infine Renzo Arbore che di recente ha dichiarato in un’intervista a Repubblica che “La musica popolare è sottovalutata e la canzone italiana dovrebbe diventare patrimonio dell’Unesco, lo dico seriamente. L’Italia ha prodotto e continua a produrre un patrimonio straordinario, siamo i più musicali nel mondo, è la più vivace e ricca del mondo per idee e fantasia. I francesi hanno fatto 100 canzoni belle e si sono fermati, gli spagnoli idem”.

Non abbiamo abbastanza conoscenza dei repertori francesi e spagnoli per supportare la sua opinione, ma siamo convinti che – ai là dei gusti e generi che si possono preferire – i pregiudizi verso la canzone italiana siano molto più presenti in Italia che all’estero, fra i media e parte del pubblico. Quei pregiudizi che non vestono mai la rabbia di pace.

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