La buca in uno del Caro Leader

29 Agosto 2012 di Dominique Antognoni

Il comunismo applicato nella pratica è stato e in certi casi ancora è una mostruosità con pochi rivali, con buona pace degli italiani che hanno creduto coincidesse con Berlinguer e Occhetto che parlavano al festival dell’Unità. Ha sempre portato, tranne che per i dirigenti di partito e gli intellettuali organici, solo povertà e terrore, pigrizia e gente frustrata. Ma anche qualche pregio tipico delle dittature, come la comicità dovuta alla megalomania cronica dei leader massimi. Con la stampa di regime sempre in ginocchio, a regalare pagine memorabili in ogni paese in cui questo orrore si è materializzato.
Prendete quel simpaticone di Kim Jong-il, spirato alla fine dell’anno scorso, con il popolo nord coreano che piangeva a comando, in diretta. Ebbene, la politica comunista voleva sempre un passo avanti i suoi leader, sempre avanti rispetto ai comuni mortali del capitalismo, fannulloni sfaticati e buoni a nulla. Loro invece avevano dei poteri superiori, qualità rarissime, erano irraggiungibili per via delle proprie memorabili imprese, comprese quelle sportive. Il compagno Kim, diceva l’autorevole stampa nord coreana, era anche un golfista eccelso: d’altronde cosa ci vuole ad essere un campione anche con i ferri oltre che nella politica internazionale? Tutto scritto e ribadito nella sua biografia ufficiale, di cui ci è arrivato qualche strepitoso estratto.
Secondo i giornalisti  l’amatissimo leader comunista, in pura scioltezza e senza allenarsi troppo, faceva in media quattro, cinque hole in one a giro. Senza impegnarsi in maniera esagerata, ci mancherebbe, gli sforzi e la concentrazione venivano risparmiati per questioni più serie. Ma qundo ne aveva voglia, prendeva i bastoni e hooop, iniziava a fare birdie, eagle e hole in one per distrarsi un po’, robe che nemmeno Tiger nei giorni di gloria si sognava di fare. Tanto per non farsi e farci mancare nulla, i giornali hanno scritto che nel 1994 Kim è riuscito a girare in 38 sotto il par, mettendo in fila undici hole in one. Poi, alla fine del giro, si è considerato troppo forte per uno sport così semplice e non ci ha più giocato: una noia bestiale mettere la palla in buca da duecento metri e passa, non fanno per lui queste sciocchezze.
Ora: va bene esagerare, però nella loro carriera, messi insieme, Jack Nicklaus, Arnold Palmer e Gary Player sono riusciti a fatica a farne dieci. Certo, non avevano le abilità di Kim, ma nemmeno potevano avere tali ambizioni e aspettative. Era già tutto scritto fin dalla nascita: dice sempre la stampa locale che prima del suo arrivo fra di noi sul cielo apparve un doppio arcobaleno.
Vabbé, la stessa stampa sostenne che nei giorni successivi alla sua morte vennero per dargli l’ultimo saluto quaranta milioni di nord coreani. Peccato che l’intero paese ne conti solo venticinque, si vede che in molti sono passati due volte. Ma sono dettagli. Come il fatto di aver scritto 1.500 (!!!) libri in tre anni e che ha composto perfino sei opere liriche. D’altronde se lo scrivono i giornali nord coreani mica possiamo osare contraddirli. Conclusione: la democrazia ha il difetto che qualunque cretino può parlare di tutto ed essere anche preso sul serio, ma anche il grande pregio che se quel cretino va al potere ci sono contrappesi per evitare che faccia troppi danni.
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