Italiani veri

21 Marzo 2022 di Oscar Eleni

Oscar Eleni invitato da una guida scontrosa a non far sentire al cielo, mentre saliamo i 649 gradini che in Colombia portano alla cima granitica del Guatel, le parole della canzone di Toto Cutugno sull’italiano vero. Non si sa chi sia, ma ce la cantiamo e ce la suoniamo quando capitano fine settimana come questi, almeno nello sport dove ancora ci si illude di poter lasciare fuori dalla porta i veleni di una esistenza complicata e costosa fra gente che odia il vicino di casa, figurarsi una nazione confinante.

Altro che sogni di pace, armonia, speranza di salvare una terra trattata davvero male. Noi struzzi dello sport, però, apprezzando i campioni che non dimenticano quelli che per la guerra non entrano nell’arena della presunta felicità, commossi da certe imprese, diciamo le due ucraine che ai mondiali indoor di Belgrado nell’alto e nel triplo hanno fatto saltare in piedi anche i cinici ne-ne, insistiamo a chiedere di poter cantare perché sono italiani veri anche i due piloti della Ferrari che ha cambiato colore, ma, per fortuna, ha ritrovato le gomme del successo.

Figurarsi se non lo sono tutti quelli della nazionale di rugby che ha vinto in Galles, dopo una lunga carestia nel Sei Nazioni dove il mantra era “Cosa c’entrano gli italiani in questo sport?”, cominciando dal napoletano francese Ange Capuozzo cresciuto a Grenoble, ma sempre tifoso del Napoli e della maglia azzurra. Ancora di più quelli della under 20 rugbistica al terzo successo nel 6 Nazioni dei giovani. Per queste vittorie abbiamo detto alla guida, barando, mentendo più di San Pietro, che ci avevamo sempre creduto anche se non li abbiamo visti per evitare di star male.

Italianissime Brignone, Bassino e Goggia con le loro coppe del mondo nello sci. Superazzurre le farfalle della ginnastica. Lasciateci cantare anche se sappiamo chi ci governa, per che cosa dobbiamo pagare le accise allo Stato, dicono anche per il canale di Suez, quello dove alle feste per libri improbabili ci sono sempre tutti loro e se la ridono mentre gli annunciatori a cottimo, quelli per cui toglieresti volentieri l’audio, moltissimi in politica, troppi anche nello sport, fanno sapere che tutto aumenta, il grano, ma pure la pandemia adesso che hanno spalancato le porte delle arene per musica e sport, persino degli stadi in modo che possano entrare proprio tutti, anche quelli che vogliono bombardare Napoli, che insultano quelli che non sono nati qui, soprattutto se di colore, a meno che non segnino, scappando dalla rappresentativa dei profughi, come il ragazzo che ha permesso all’Atalanta di battere il Bologna nel giorno in cui la città sperava di fare il pieno fra calcio e basket, dopo le vittorie della Fortitudo in trasferta nella Trieste avvelenata e della Virtus in rimonta da meno 22 su Venezia a cui non basteranno le dita da mangiare dopo questa avventura.

Lasciateci cantare prima di sapere se Mancini avrà una Nazionale vera per andare al mondiale dove la Russia sarà esclusa, come nell’atletica a Belgrado, come forse nel basket se i Pilato del sistema si metteranno d’accordo. Fossimo nell’elegante uomo di Jesi saremmo preoccupati, un po’ come gli allenatori, tipo Inzaghi, Messina, Scariolo, Spalletti, Pioli, figurarsi Allegri prima e dopo la cura Villarreal, per i paginoni rosei, ma anche di altri colori nei finti giornali sportivi dove ai “minori” regalano briciole, dove in troppi parlano bene di loro, nascondendo la mano che poi, alla fine, lancerà il sasso perché a vincere, si sa, è una squadra sola. Lasciamoli cantare, saranno  poi gli stessi a guidare la tribù degli impalatori famosa per aver mandato al rogo anche chi ha perduto titoli ai rigori, ai supplementari.

Ora non chiedeteci di darvi anche opinioni sul basket che si sta eccitando per le imprese del naturalizzato Banchero con Duke arrivata fra le migliori sedici della NCAA per la gloria di coach K, il polacco d’America più amato dagli italioti. Lasciamo perdere anche se fa notizia questo aggancio al primo posto in classica del campionato all’Armani della Virtus appena sverniciata in casa da Lubiana. Certo questi sloveni fanno cose straordinarie in tante discipline e fra poco diranno che mangiano fulmini per poi scaricarli come tempesta sui campioni di paesi molto più grandi e presuntuosi perché il sistema sportivo sloveno da noi ce lo sogniamo anche se la Vezzali ha promesso un fioretto senza salvapunta per colpire chi boccerà la sua idea per lo sport alle elementari.

Pagelle dalla casa di Al Bano che, come quella di Tamberi, ospiterà rifugiati di guerra, sarebbe bello se lo facessimo anche con chi scappa dalla fame, la dittatura, le atrocità che non soltanto in  Europa rendono incerto il domani, eurolandia dove adesso due ubriachi italiani hanno fatto una strage in Belgio dove già per anni ci volevano soltanto in miniera.

10 extra basket alla coppia  JACOBS-TAMBERI che ha saputo accompagnare una spedizione azzurra di atletica che ha meritato elogi  da quasi tutti, facendoci sopportare la regia televisiva dell’evento che sembrava gestita dalla mascotte mirtillo, liberandoci dall’angoscia dei dilettanti allo sbaraglio che in questo paese cantano anche se sono stonati e mascherano l’ignoranza parlando a pene di segugio su tutto, senza, ovviamente, dare l’impressione di saperne davvero qualcosa.

10 per stare in zona basket bisquit: alla squadra di BRESCIA che ha infilzato Milano, caduta per la terza volta in campionato, portata alla sbarra per sapere se forse sono meglio le settimane con tre partite che quelle con 5 allenamenti, 11° successo consecutivi per il pilota Mauro Ferrari che sta portando il sogno Bragaglio oltre i muri dell’età Pedrazzini-Sales.

9 A PETRUCELLI, nella speranza che oltre ai bresciani anche la Repubblica gli dia il passaporto per sentirsi italiano a tutti gli effetti. Bravo lui, super la coppia DELLA VALLE, il depredato ed esiliato dai saccenti, – MITROU LONG.

8 A BANCHI, Pesaro, e MAGRO, Brescia, perché  domenica quando si scontreranno potranno ricordarci che a Siena non si correva soltanto il Palio e che qualcosa nella miniera Mens  Sana veniva fatto dando spazio al talento, scommettendo su giovani che ora sono protagonisti e a noi piace ricordare questo del periodo minucciano.

7 Al MACURA tempestoso della TORTONA che insieme a REGGIO EMILIA sta sbalordendo tutti. Gloria al Ramondino riconfermato e al Caja che lascia sempre un marchio dove va a lavorare anche se in molti lo dimenticano con la scusa che Artiglio ha un carattere interista molto difficile.

6 Al VITUCCI che ritrovando il suo angelo Harrison ha riscoperto il piacere del sorriso dopo una vittoria, meglio del mugugno dell’ultimo periodo dove non erano soltanto gli arbitri a fischiargli contro.

5 Alla REYER Venezia perché  buttare via trenta minuti di bellissimo basket è stato più di un crimine, di una ammissione di debolezza che quest’anno ha già tormentato De Raffaele troppe volte.

4 Alla VIRTUS BOLOGNA se non ammetterà di avere i tifosi più pazienti d’Italia se, dopo il flop contro Lubiana e i primi 20 minuti contro Venezia, avevano ancora la forza per incitarla. Se lo ricordino in società quando fisseranno i prezzi per andare a vedere una squadra da campo lavoro tutta la settiama.

3 A MESSINA per aver scoperto un po’ tardi, certo i risultati sono stati buonissimi, che certi giocatori, da tempo, fanno scelte incaute, non sanno pilotare una carrozza, figurarsi una formula uno. Sabato contro Varese, dopo la spremitura in eurolega, due viaggi durissimi, servirà una risposta anche se la squadra che l’olandese ha fatto volare oltre i sogni adesso è proprio a corto di uomini.

2 Ai GIOCATORI di TRIESTE che stanno rotolando verso inferni non previsti perché non riusciamo a credere che questa crisi dipenda soltanto da CIANI a cui crediamo fino in fondo e sl quale Ghiacci deve dare una mano, tagliandone qualcuna che non merita il pala Rubini.

1 Ai giocatori di TRENTO e CREMONA perché sicuramente MOLIN e GALBIATI non dovevano  vivere in questa angoscia, anche se le aquile sono più lontane dal pozzo nero della retrocessione dove ora ci sta soltanto la squadra dei Vanoli.

0 A NAPOLI che ha scaricato tutte le colpe su SACRIPANTI e ora ha girato le stesse catene al BUSCAGLIA temerario che in carriera ha già conosciuto la poca riconoscenza di chi guida società dove lui ha  portato idee e risultati.

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