Italia o Spagna, una partita per la Carrà

5 Luglio 2021 di Stefano Olivari

La morte di Raffaella Carrà ci ha addolorato, da ex bambini trasformati in telecomandi umani ai tempi di Canzonissima, e ci ha fatto venire un’idea: perché Italia e Spagna non giocano la loro semifinale di Euro 2020 con il lutto al braccio in onore di questa grande artista? Icona della televisione italiana e quindi della nostra storia moderna, ma anche di quella spagnola, fin dagli anni Settanta.

Carrà a parte, sulla semifinale di Euro 2020 fra Italia e Spagna non esiste qualcosa di non detto, fra le varie interviste lette ovunque crediamo manchi soltanto Vanessa Incontrada ma forse con gli occhi pallati da tante preview, dalle mille pubblicità con Mancini testimonial (manca solo ‘Penis enlargement’) e da analisi sui falsi nueve questa intervista c’era e ce la siamo persa. Comunque l’Italia vincente a Wembley nei 90′ si può giocare a 2,51, contro il 3,23 della squadra di Luis Enrique e il 3,00 del pari. Il testa a testa globale, con dentro quindi anche eventuali supplementari e rigori, dà invece l’Italia favorita a 1,68 e la Spagna pagata 2,20. In altre parole, il mercato vede probabile una partita bloccata. Ma i mercati sono spesso manovrati da furbi e popolati da caproni, quindi non è che coincidano sempre con la verità.

Questa bolsa premessa per arrivare al solito tema, cioè il tifo. In altre parole, a parità di affetto per l’Italia, quanto detestiamo la Spagna? Certo nella media meno della Francia, nonostante in tempi recenti ci abbia dato tanti dolori, almeno quanto i francesi. Dalla sconfitta ai rigori nei quarti di Euro 2008 alla batosta in finale di 4 anni dopo, fino quella nelle qualificazioni mondiali 2018 che poi avrebbe costretto l’Italia di Ventura allo spareggio contro la Svezia. Con una narrazione diversa: se della Francia calcistica si ammirano e si temono i grandi giocatori, gli adoratori della Spagna mettono l’enfasi soprattutto sul gioco, anche se Pedri e Koke non sono Iniesta e Xavi. Insomma, da decenni ci frantumano non diciamo cosa con la storia che la Spagna gioca bene. Un po’ come avviene in Italia per certi club, a prescindere da chi li allena. Il famoso DNA, uno dei caposaldi del giornalismo sportivo.

Nel rapporto con la Spagna gli aspetti politici contano meno: da Franco a Sanchez, l’italiano medio a malapena sa chi governa a Madrid e forse vale anche il contrario, mentre la Francia propone di solito personaggi più iconici (lo era addirittura Hollande, a suo modo). L’antipatia per la Spagna ha quindi natura quasi soltanto calcistica, fra club e nazionali: per una volta tiferemo a favore e non contro, sperando di non portare male a Mancini. Se entrambi i popoli hanno apprezzato la Carrà significa che qualcosa di buono hanno sia Italia sia Spagna.

 

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