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iPhone 5 secondo i Trettré

Stefano Olivari 13/09/2012

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Qualche tempo fa abbiamo incrociato in un bar il leggendario Edoardo Romano, uno dei tre componenti dei Trettré (consegnati alla gloria eterna da Drive In e dal film Fast Food, quello in cui Sergio Vastano ruba l’invito a una festa di Montezemolo, LCDM). Che avrebbero commentato così l’attesa mondiale per l’iPhone 5: “A me ma pare ‘na strunzaaata!”. Non se ne esce, dopo la morte di Steve Jobs solo evoluzioni di prodotti già esistenti con miglioramento delle prestazioni ma nessun cambio di paradigma (cosa vuole dire paradigma? Boh, ma in questo settore si usa: un po’ come ‘experience’…). E’ del 20% più leggero dell’IPhone 4? Perché l’iPhone4 aveva bisogno di un culturista per essere portato all’orecchio? Al di là del nuovo microprocessore e di altre cose che fannno sbavare solo i nerd più nerd, le vere novità per il popolo Apple sono lo schermo leggermente più grande (praticamente un Samsung, se vogliamo bestemmiare in chiesa) e una batteria che teoricamente dura più a lungo. Il prezzo minimo sarà di 499 dollari e il successo è per molti versi annunciato visto che ci sono indagini di mercato secondo cui più di metà dei possessori di iPhone 4 sarebbe disposta a salire al piano superiore (Porqué ? Porqué? Porqué?). Buon per la Foxconn, avrà bisogno di qualche ‘stagista’ in più per reggere i ritmi della produzione pre-natalizia. Insomma, Tim Cook ha celebrato una messa che ha convinto i fedeli ma non ha convertito gli infedeli, con qualche cifra difficile da verificare (e gli ‘esperti’ si guardano bene dal farlo, anche perché è difficile) come quelle sull’iPad: che avrebbe il 68% della quota di mercato mondiale dei tablet e il 91% della navigazione, sempre ovviamente da tablet. Chi ha l’iPad sta sul web più di chi ha in mano suoi concorrenti, pur avendo più ‘distrazioni’ preinstallate o comunque disponibili? Rimane il discorso di base: un’azienda deve guadagnare, non solo vincere i premi per l’innovazione. Finché riuscirà a far sostituire le Punto con una Grande Punto avrà ragione la Apple.

Twitter @StefanoOlivari

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