iPad e costo del lavoro, tutto mini

29 Agosto 2012 di Stefano Olivari

Forse abbiamo un udito selettivo, ma nelle ultime settimane abbiamo sentito più persone discutere dell’imminente avvento del mini iPad (schermo da 7 pollici o da 7 e qualcosa?) che della nuova legge elettorale. Solo che il mini iPad è sicuro, la legge elettorale chissà. Così abbiamo trovato interessante l’analisi effettuata dal blog Tech Thoughts, circa il prezzo della nuova creatura di Steve Jobs (deceduto, ma con almeno due anni di eredità a livello ideologico al di là della guerra senza quartiere ad Android) il cui vero concorrente sarà non solo secondo noi il Kindle Fire di Amazon. Prima una stima dei costi dei vari componenti, a prezzi di mercato per un acquirente del potere contrattuale di Apple, basandosi sui prezzi dei componenti usati per l’iPad2, il Nexus 7 e il Kindle Fire: la parte che costa di più è come al solito il display, più di 48 dollari, il totale stimato fa 181,17. A questo vanno aggiunti i costi di manodopera, quantificati in 8,15 dollari a pezzo (e così anche Marx è servito, per dire del rapporto fra capitale e lavoro): arriviamo così a 189 dollari e rotti al pezzo. E’ quindi straprobabile che il mini iPad venga proposto al pubblico a 299 dollari con un margine lordo quindi di 37% al pezzo da dividersi quindi fra i vari anelli della distribuzione e Apple stessa. 299 dollari che secondo il teorema del cambio cialtrone significheranno 299 euro a casa nostra. 100 in più del Kindle Fire, ma con anche qualcosa in più. Tutto il resto, come nel calcio e nella politica, è tifo.

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