Calcio

Inter-Milan, un miliardo di telespettatori

Stefano Olivari 12/04/2017

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Inter-Milan di sabato 15 aprile si giocherà alle 12 e 30 per il mercato asiatico e in particolare cinese, al di là del closing rossonero: fin qui nulla di male (il male è semmai che Inter e Milan non siano più italiani). La domanda da farsi è un’altra: in Cina sono disoccupati e tifosi di tutto? Sul sito della Lega abbiamo infatti letto questa notizia: “Il derby di Milano si annuncia come la gara più vista di sempre in televisione nella storia del calcio italiano. L’orario di inizio fissato alle 12.30 consentirà, infatti, al pubblico dell’area asiatica di seguirlo in prime time raggiungendo, in quelle regioni, 566 milioni di potenziali telespettatori. Numero che cresce fino a 862 milioni considerando tutto il mondo, con 39 broadcaster a trasmettere in diretta la sfida tra le squadre di Pioli e Montella. La seconda macro area con più pubblico sarà quella europea (20 tv collegate e 186 milioni di tifosi raggiunti), seguita dal Centro e Sud America (3 tv e 98 milioni)“. Siccome stando ai vari studi ‘indipendenti’ in Cina avrebbero centinaia di milioni di tifosi Manchester United, Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco, eccetera, per non parlare dei grandi club italiani, e la Cina ha un miliardo e 400 milioni di abitanti, qualcuno di questi studi dice il falso o per lo meno ciò che il committente vuole sentirsi dire. Poco male, perché basta arrotondare di qualche milione e avremo l’agognato titolo ‘Derby con un miliardo di telespettatori’ che rafforza la nostra autostima e con il ‘potenziale’ che sparirà come per magia. Quegli sfigati della FIFA, con l’ingenuo ed inesperto Blatter ancora al potere, avevano addirittura ufficializzato l’audience media di Germania-Argentina, finale dell’ultima Coppa del Mondo: 570 milioni di persone, con un miliardo che per almeno un minuto si era sintonizzato. E in 390 milioni, in tutto il pianeta e con la partita trasmessa in chiaro, avevano guardato Germania-Brasile. Poi è chiaro che televisioni, leghe, pubblicitari e giornalisti per motivi diversi debbano diffondere il bollettino della vittoria. Con tutto gonfiato il metaforico commendator Brambilla paga di più lo spot, così come manager di mega-aziende che tanto spendono soldi non loro.

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