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Intellivision, il grande ritorno della semplicità

Stefano Olivari 14/09/2018

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La nostra console di videogiochi preferita è stata il Sega Mega Drive, come abbiamo scritto in uno dei nostri coraggiosi articoli di denuncia, ma sentimentalmente siamo legati anche all’Intellivision che all’inizio degli anni Ottanta ha allietato molte adolescenze di un mondo protetto. Veniamo al punto: fra poco più di un mese, il 20 ottobre, alla Portland Retro Gaming Expo il nuovo Intellivision sarà presentato da Tommy Tallarico. Certo non stiamo parlando delle masse dell’iPhone e certo Tallarico non è Tim Cook, ma la nuova-vecchia console desta comunque molta curiosità fra noi appassionati di retrogaming.

Probabile che lo chassis richiami quello del vecchio Intellivision prodotto dalla Mattel dal 1979, arrivato in Italia nel 1982 e che consumammo a forza di NASL Soccer, Frogger e Donkey Kong, mentre già annunciato che il nuovo controller sarà moderno ma semplice come l’originale. Probabile che rimanga la storica rotella, per qualcuno ispiratrice di quella dell’iPod (del resto Steve Jobs ha sempre rielaborato idee di altri). A Portland, mentre noi saremo impegnati con argomenti futili come la prima crisi del Chelsea di Sarri o l’esonero di Simone Inzaghi, ci sarà anche un dibattito con i vecchi programmatori Intellivision e con i principali esponenti di quel mondo vettoriale che non è da rimpiangere (noi siamo arrivati fino alla PS3, prima di dire basta all’ingiocabilità) ma che era e rimane intuitivo per chi a un gioco chiede solo di essere un gioco, senza per forza che ci trasformi in in qualcun altro.

Tornando al nuovo Intellivision, Tallarico da un lato gioca sull’operazione nostalgia, del resto il retrogaming questo è, ma dall’altro prova anche a cogliere lo spirito del tempo, che è un po’ quello di una lenta fuga dalle console per tornare a giochi magari sofisticatissimi, però con comandi e obbiettivi semplici. Il vero concorrente, secondo noi, non sono quindi PS4 e Xbox, ma gli emulatori degli stessi giochi Intellivision scaricabili su tablet e normali computer, per non dire dei giochini da smartphone. La vera domanda: chi ha realmente voglia di mettersi a collegare una console vintage al televisore? Forse più persone di quante si creda.

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