Il nuovo inizio di Vinci ed Errani

24 Maggio 2016 di Stefano Olivari

Le eliminazioni di Roberta Vinci e Sara Errani al primo turno del Roland Garros potrebbero essere episodi, visto che sono avvenute contro avversarie (Kateryna Bondarenko e Pironkova) molto dietro di loro nella classifica WTA, ma purtroppo non lo sono. Perché nonostante il ranking dia ancora ragione alle due campionesse italiane la loro grande epoca sembra arrivata alla fine, anche se per motivi diversi. La Vinci ha 33 anni, il suo best ranking (7, quello attuale) è impossibile da migliorare senza un’impresa paragonabile a quella degli U.S. Open dell’anno scorso, quando in semifinale bloccò il Grande Slam di Serena Williams prima di giocare scarica la finale contro la Pennetta rivale di sempre. È evidentemente stanca, nemmeno quando era considerata al massimo una buona doppista l’avevamo vista così scarica e negativa in singolare. Ma non è l’estate adatta per riposarsi, fra Wimbledon, Giochi di Rio e cambiale americana in scadenza. La Errani ha soltanto 29 anni e il suo problema non sembra la stanchezza, ma proprio che la sua cilindrata fisica è calata: non è un’impressione da bar, ma una realtà suffragata dalle statistiche sulla velocità del servizio (già di suo bassa) e dal rendimento negli scambi lunghi. Parliamo insieme delle due giocatrici perché in comune hanno molto. Non certo lo stile di gioco, ma la storia personale (per emergere hanno dovuto andare lontano da casa, come del resto la Schiavone e la Pennetta), un’amicizia cementata da grandi risultati in Fed Cup e nel doppio ma terminata in maniera strana e mai ben raccontata, la sensazione (sbagliata nel caso della Errani, che anzi è andata oltre i suoi limiti) di avere in carriera ottenuto meno di quanto avrebbero potuto e di essere comunque poco considerate. Continua sul Guerin Sportivo.

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