Iniziati con Terminator

12 Luglio 2013 di Stefano Olivari

Arnold Schwarzenegger meriterebbe un posto d’onore nel Pantheon dei monoespressivi, di cui si è parlato nei commenti al post sulla scomparsa (relativa) di Ridge Forrester da Beautiful. Ma del resto l’ex ragazzo di Graz non se l’è mai tirata da interprete camaleontico e non ha mai avuto alcuna sudditanza psicologica nei confronti di attori magari più bravi ma indirettamente mantenuti da lui (è un po’ il teorema di Neri Parenti, che nei paesi senza lo Stato produttore è fondatissimo). Proprio la scorsa notte, invece di impegnarci in attività più produttive o riproduttive, abbiamo rivisto Terminator. Il primo, quello del 1984 girato da James Cameron e che proiettò il 37enne austriaco (ma anche lo stesso Cameron) verso il successo definitivo, dopo vari filmetti e la svolta vera avvenuta con Conan (a cui non lavorarono proprio degli sfigati: regista John Milius e sceneggiatore Oliver Stone).

La trama è nota: nel 2029 le macchine artificiali che stanno dominando il mondo tentano di ammazzare gli ultimi esseri umani ed in particolare John Connor, il capo della resistenza. Così viene mandato indietro nel tempo un cyborg, interpretato appunto da Schwarzenegger, per impedire la nascita di Connor, mentre la resistenza manda un suo uomo a contrastare il cyborg e a proteggere la madre Sarah. Interpretata da una Linda Hamilton con pettinatura leonina anni Ottanta, la donna è la vera protagonista del film ma l’immaginario collettivo è colpito di più dal cyborg praticamente impossibile da distruggere.

Forse non tutti sanno che (la Settimana Enigmistica è il giornale perfetto) la Hamilton pur essendo di fede democratica ha dichiarato il suo voto per il repubblicano Schwarzenegger alle elezioni di governatore della California, mentre decisamente più noto è il suo fidanzamento, poi diventato matrimonio e rovinoso divorzio con il regista (ritenuto cripto-comunista, per quanto possa esserlo un regista di kolossal hollywoodiani) di Terminator (anche del 2, cioé Judgment Day) e Titanic. E quindi? Non  c’è bisogno di trovare pretesti o citazioni (che pure ci sono, soprattutto dal mondo del fumetto all’epoca non ancora saccheggiato) dotte per apprezzare un vecchio B-movie stravisto ma ben fatto, che ha lanciato due grandi carriere.

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