Infinita Bertè, non ti dico no

29 Agosto 2018 di Paolo Morati

La storia non si cancella e quella di Loredana Bertè è decisamente importante. Una rinascita, la sua, sancita definitivamente questa estate dal singolo Non ti dico no, tormentone in combinazione con i Boomdabash, e da un tour (Amiche sì) in giro per l’Italia con risultati di pubblico e critica che hanno riportato le lancette dell’orologio indietro di 36 anni. Nel 1982 usciva infatti Traslocando, l’album contenente Non sono una signora e suo manifesto firmato (come gran parte del disco) da Ivano Fossati. Arrivato dopo un filotto di produzioni di livello, a consacrarne una carriera all’apice, artistica e di immagine.

Una storia, quella di Loredana Bertè, ripercorsa anche in occasione della tappa del tour a La Versiliana di Marina di Pietrasanta dove un pienone di pubblico eterogeneo è stato testimone di questo ritorno, vocale ma non solo, supportato da una poderosa band e dalla storica compagna di viaggio Aida Cooper, che ha omaggiato Mia Martini con E non finisce mica il cielo. Il tutto apertosi con Jazz, cover di Sina di Djavan che diede il titolo all’omonimo album, che ha quindi innescato una lunga cavalcata attraverso un repertorio enciclopedico, compresi i numeri più eclatanti come Il mare d’inverno, Dedicato, Sei bellissima, Non sono una signora, la sua celebre rilettura di Ragazzo Mio di Luigi Tenco, chicche come J’adore Venice e I ragazzi di qui, e poi Re (con il racconto del celebre pancione a Sanremo), Amici non ne ho, Luna (che dal vivo risulta ancora più intensa), e una drammatica reinterpretazione di Padre davvero. Nel mezzo anche un medley pescando da album come Un pettirosso da combattimento e Io, e un paio di canzoni firmate da Ligabue (la recente È andata così) e Pino Daniele (Un po’ di tutto). Fino alla chiusura dei bis affidati, oltre al nuovo singolo, alle fortunatamente inevitabili E la luna bussò e a In alto mare con il pubblico ormai riversatosi sotto il palco a cantare e ballare.

Loredana Berté e i Boomdabash

Oltre alla qualità dello spettacolo, garantita da un ensemble rodato, chi come noi era tra le presenze alla Versiliana ha potuto percepire anche altro, partendo dall’energia trasmessa da chi ha carisma da vendere messo al servizio di un repertorio enorme dal quale attingere (e purtroppo escludere) decine di classici (ad esempio ci è spiaciuto non ascoltare Una sera che piove e Così ti scrivo). Ecco che è stato bello vedere persone dal look da serata battere il ritmo e cantare ogni verso insieme alla Bertè, e quelle dei primi ‘anta’ emozionarsi insieme a ragazzi probabilmente accorsi sull’onda del successo ritrovato, fino a giovanissimi in attesa di poter vedere e ringraziare “la Loredana”. Che tra un brano e l’altro non ha nemmeno lesinato aneddoti (tra i quali quello legato alla genesi de I ragazzi di qui) e opinioni. In attesa di un nuovo album in prossima uscita per il quale è stato preannunciato anche il ritorno di Fossati come autore.

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