In treno con Lina Wertmüller

9 Dicembre 2021 di Paolo Morati

Tanti tanti anni fa ci stavamo recando a Roma per lo scritto della prova di esame di giornalista professionista. Eravamo con alcuni amici con cui condividevamo lo stesso impegno, armati di macchina per scrivere (sì all’epoca si usavano ancora quelle per la prova) e leggendo tutto il possibile per affrontare al meglio le tracce proposte. Un viaggio più lungo rispetto a quello odierno su carrozze frequentate ancora oggi dai cosiddetti VIP che facevano e continuano a fare spola tra Milano e la Capitale.

Fu in quell’occasione che avvenne un incontro per noi fatidico, ossia quello con Lina Wertmüller, la grande regista premio Oscar alla carriera nel 2020, nel 1977 prima donna nella storia candidata all’Oscar per la miglior regia per Pasqualino Settebellezze, che raccolse altre tre candidature. Ci girammo d’istinto attratti da quel magnetismo che i grandi personaggi emanano naturalmente, riconoscendola immediatamente anche per i suoi caratteristici occhiali bianchi e quell’aria solare e ironica, così naturale nel suo sorriso.

Il nostro amico Mario ci disse “Ma non è la regista di Peppino Meccanico?”. Perdonandolo per la sua confusione dettata dall’emozione dell’incontro, o più semplicemente per la sua ignoranza (a proposito lui per l’ansia si era portato anche una seconda macchina per scrivere di riserva, che si sarebbe rivelata poi utile…), lo correggemmo segnalandogli che il titolo a cui alludeva era in realtà Mimì metallurgico ferito nell’onore con la strepitosa coppia Giancarlo Giannini e Mariangela Melato, del 1972.

Quell’incontro fugace ci sconvolse a tal punto che ancora oggi siamo certi che Lina Wertmüller ci sorrise e che anzi scambiò anche due parole con noi dissertando di arte e cinema (probabilmente si limitò a un semplice “Buongiorno” o “Grazie per avermi fatta passare”), dando poi luogo a uno storytelling che ci ha perseguitati positivamente fino ad oggi, riferendoci a lei come alla “Lina”, come se fosse una nostra cara amica anziché una grande regista incontrata per caso su un treno. In fondo anche questo era a suo modo un esame di giornalismo: costruire una storia ingigantendo un aneddoto insignificante. 

Certo ci vuole la sostanza del personaggio e quella della Wertmüller, settant’anni nel mondo del cinema, era enorme. Potere di un’artista, così diversa e riconoscibile, scomparsa oggi a 93 anni, dal nome chilometrico come i suoi film: Arcangela Felice Assunta Wertmüller von Elgg Espanol von Braucich. Quindi Lina Wertmüller. Per noi, più semplicemente, “La Lina”.

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