Cantucky
Il venerdì dell’Eurolega
Fabrizio Provera 05/10/2012
Appena il tempo di smaltire il clamore della calata a Milano dei Boston Celtics (sale la febbre per la sfida di domenica contro l’Armani: sabato pomeriggio, per chi avesse declinato l’offerta degli ultimi biglietti in vendita alla modica cifra di 1200 euro, gustoso antipasto in piazza Duomo con tante stelle e vip del luccicante mondo Nba), poi da settimana prossima sarà tempo di Eurolega. Per la massima rassegna continentale del basket, evento ancora in grado di catalizzare interesse, buoni sponsor e audience televisive decenti (a proposito: Saie-Armani di mercoledì, in onda su Milanow, ha totalizzato 80mila contatti nella sola Lombardia, più di quelli che La7D ha riscosso per Bologna-Cremona di sabato scorso in tutta Italia…), è un anno di cambiamenti. Anzitutto nella formula: si parte con 4 gironi da 6 squadre, con le prime quattro classificate che accederanno alla Top Sixteen, che da quest’anno prevede due gironi da 8. A seguire playoff a eliminazione diretta (con le prime 4 dei due gironi) e Final Four. Un calendario alquanto ricco e nutrito, che metterà a dura prova le squadra senza roster profondissimi. Ci saranno inoltre i big match del venerdì sera, in luogo di quelli che fino all’anno scorso si giocavano di mercoledì, per non entrare in una competizione impossibile con l’appeal televisivo e ‘pedatorio’ di Real, Barca, Chelsea o Manchester. Idea che non ci pare affatto male.
L’Italia schiera l’Armani, accreditata di un posto alle Final Four, la Mps Siena dell’anno post rivoluzione di Ferdinando Minucci e la nostra gloriosa Mapooro Cantù, che dovrebbe andare in Europa col marchio legato alla Ngc della famiglia Cremascoli (per favore non ironizzate sullo sponsor del campionato, ossia Chebolletta…). Cantucky, complice le inattese sconfitte delle ricchissime Donetsk e soprattutto dell’Unics Kazan, costruita con un budget superiore almeno 5 volte a quello canturino, approda per il secondo anno al tabellone principale, soprattutto grazie al suo autentico fuoriclasse: Andrea Trinchieri, sempre più calato nelle vesti di Gregg Popovich brianzolo. Il vero Popovich cavalca tra le sterminate e suggestive lande assolate del Texas, tra petrolieri e magnati, e vanta un passato di collaborazione con la Cia. Trinchieri passa da Carimate a Fino Mornasco, da Figino Serenza a Rovagnate, e prima di andare al Pianella transita ogni giorno dalla parrocchia di Cucciago e dal nostro produttore preferito di camerette per bambini: la storica Marzorati camerette, che vi consigliamo caldamente. Mobili canturini e ottimi prezzi, poi il nome dice tutto.. Cantucky: una favola che continua, una leggenda che non muore. Analizziamo perciò, indiscretamente of course, i tre gironi che le vedranno impegnate e i nuovi roster delle pretendenti al titolo continentale.
GIRONE A – E’ quello dov’è finita la Mapooro Cantucky, meno confortevole di un campo di rieducazione cinese o nord-coreano. Il Pana del post Obrabovic (al suo posto in panchina Argirys Pedoulakis, che sta pregando da mesi tutti i santi ortodossi per non sfigurare) è molto ridimensionato: via il nostro adorato Jasikevicius, Calathes, Sato, Batiste, Smith, Logan e Vougiuokas, resta soltanto genio Diamantidis. Con lui Ukic, Maciulis e Big Sofo Schortsianitis. Poi c’è il Real Madrid del ritrovato Rudy Fernandez, rientrante da Denver, con Llull, Carroll, Mirotic, Reyes, Pocius e compagnia. Il Khimki Mosca ha assoldato l’ex Virtus Koponen, Kc Rivers e James Augustine dal Valencia, confermando Fridzon e Loncar. Poi c’è il Fenerbahce di Simone Pianigiani, con McCalebb, Andersen, Sato, Batiste e Karaman. Praticamente ai turchi sono scappati solo Nash e Howard, ma solo perché Jerry Buss dei Lakers ha avuto un moto d’orgoglio nazionalista. Teorica squadra materasso l’Olimpia Lubiana, con un roster rinnovato all’80%. Cantucky si dovrebbe giocare il quarto posto, e scommettiamo che Tyus sarà dirompente in Europa come- e forse anche più- del fuggiasco Shermadini. Real e Fenerbahce per i primi due posti, Pana difficilmente sopra la terza piazza. Ma attenzione alle sorprese.
GIRONE B – E’ quello dove il rinnovato Maccabi, con David Blatt ancora in panca, dovrebbe avere pochi problemi ad ottenere il primo posto. I nuovi sono l’ex pesarese Hickman, Shermadini, Logan e Mensah Bonsu. La reale consistenza degli israeliani è tutta da scoprire. La nuova Mps Siena, in campo europeo, è anch’essa un’incognita: ma contro Alba Berlino, Malaga, Prokom e Chalon non dovrebbe essere difficile conquistare almeno uno dei tre posti rimanenti per qualificarsi alla Top 16. Girone alquanto agevole, se paragonato al precedente.
GIRONE C – E’ quello dell’Armani Milano, ad alto tasso di spettacolarità per chi verrà al Forum. I campioni in carica dell’Olympiakos si presentano col nuovo coach Bartzokas, chiamato a raccogliere l’insostenibile eredità del geniale Dusan Ivkovic, che dopo il capolavoro contro il Cska di Kirilenko ha detto addio. Squadra pressoché identica alla passata con Spanoulis, Law, Dorsey, Papanikolau, Mantzaris e Hines. Ripetersi sarà comunque difficilissimo. Il Caja Vitoria ha perso Prigioni e Teletovic, entrambi emigrati nell’Nba, e tenuto San Emeterio, Nocioni, i due Bjelica e preso il play francese Caseur. Attenzione, perché i gomiti di Nocioni sono sempre indesiderabili. Da chiunque. L’Efes Istanbul presenta gli ex Lakers Farmar e Vujacic, oltre a Batuk e Gonlum. Lo Zalgiris ritrova l’orgoglio lituano con gli innesti di Kaukenas e dei fratelli Lavrinovic: mestiere, classe ed esperienza. Saranno un osso durissimo, per tutti. Il Cedevita Zagabria – che ai nostalgici indiscreti come noi ovviamente non può che ricordare Sua Maestà Drazen Petrovic – ha un roster rinnovato al 70%, e almeno sulla carta non dovrebbe impensierire le maggiorenti del girone. Diciamo che Milano può ambire alla seconda piazza, anche se sarà interessante capire chi otterrà terzo e quarto posto. Olympiacos fuori portata? Attenzione, le sorprese sono la costante dell’Eurolega..
GIRONE D – E’ quello che permetterà di gustarsi le due sfide stellari tra il Barcellona di Jasikevicius, Navarro, Lorbek, del neo arrivo Jawai e di Tomic contro il Cska di Ettore Messina e dal budget stellare, 45 milioni di euro. Coi quali i moscoviti han fatto razzia, pur perdendo Kirilenko e Shved: assieme a Teodosic, Krstic, Khryapa e Kaun sono arrivati l’oggetto misterioso Drew Nicholas, Sonny Weems, Aaron Jackson e il principe di Belgrado, l’ex canturino Vlado Micov. Visti al trofeo Lombardia i russi non hanno affatto impressionato, ma era l’8 settembre. Il potenziale è sterminato, ma quello che più incuriosisce è l’effetto del ritorno di Messina sul palcoscenico europeo. Diciamo che almeno le Final Four non dovrebbero essere un problema per il Cska; dopodichè, giocandosi partite secche, può davvero accadere di tutto. Come già capitato, spessissime volte.
Fabrizio Provera, 5 ottobre 2012