Il valore di un marchio

1 Giugno 2012 di Alvaro Delmo

Brandz 2012

Vendere e comprare. L’economia si regge sostanzialmente su tali due verbi che, in un momento di crisi come quello che stiamo ormai vivendo da anni, sembrano perdere di attualità. E in situazioni come queste il cosiddetto ‘marchio’ deve necessariamente cercare di mantenere il suo ruolo laddove il ‘prezzo’, soprattutto su determinate categorie di prodotto, può influenzare sempre di più le scelte al di là della effettiva forza o qualità dei prodotti proposti.

In tale contesto è interessante portare all’attenzione la classifica 2012 dei 100 brand di maggior valore al mondo stilata da Millward Brown. Gli analisti fanno notare che rispetto allo scorso anno quasi la metà dei primi 100 marchi ne ha perso, nella maggior parte dei casi però a causa delle prestazioni finanziarie del mercato.

Di fatto viene sottolineato come i brand abbiano comunque mantenuto una forza che ha permesso loro di restare a galla nonostante la situazione difficile. La classifica viene infatti realizzata anche tenendo conto delle opinioni di milioni di utenti e acquirenti di prodotti e servizi (si parla di brand equity).

In una nota stampa Eileen Campbell, Global CEO di Millward Brown sostiene di fatto che “i brand rappresentano una polizza di assicurazione per le imprese. Nonostante un periodo prolungato di stress economico, incertezza politica e disastri naturali che hanno colpito i brand in molte categorie, il valore di quelli leader mondiali ha continuato a crescere in altrettante, sostenendo e alimentando i business”.

Il podio è tutto tecnologico con in prima piazza Apple (qualcuno aveva dei dubbi?) confermatissima in testa di questa particolare classifica con un valore di brand di 182,951 miliardi di dollari (+19%) davanti a IBM con 115,985 miliardi di dollari (+15%) e Google con 107,857 miliardi (-3%). Appena giù dal gradino del podio McDonald’s che precede Microsoft, Coca Cola, Marlboro, gli operatori americani at&t e Verizon e quello cinese China Mobile che chiude la Top 10.

Il marchio che cresce di più in un anno è invece Facebook (+74%. diciannovesima, 32,233 miliardi), tra l’altro recentemente quotatasi al Nasdaq con fortune ancora tutte da verificare. Unica presenza italiana in classifica invece quella di Telecom Italia, 84a, con però un -18% anno su anno per un valore di brand di 9,572 miliardi di dollari. Se vogliamo consolarci, Gucci e Prada sono comunque nella Top 10 della categoria lusso (che guarda caso cresce più di tutte), rispettivamente in quinta e sesta posizione.

In tutto questo ci chiediamo anche quanto oggi conti veramente il brand (e la sua immagine) nella decisione di acquisto o utilizzo di un servizio o quanto  siano invece altri fattori a effettivamente guidarla. Per chi è interessato è possibile scorrere la classifica completa e leggere il relativo report scaricandolo in formato PDF direttamente da questo indirizzo.

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