Il valore di Sebastian Vettel

28 Luglio 2022 di Stefano Olivari

Sebastian Vettel ha annunciato il ritiro dalle corse al termine di questa stagione di Formula 1, a soltanto 35 anni, ma psicologicamente si era già ritirato da molto tempo, dagli ultimi tristi anni alla Ferrari prima di salutare il predestinato Leclerc e chiudere con la Aston Martin. È quindi il momento di collocarlo nella storia della Formula 1, al di là dello wikipedismo che direbbe che ha vinto un titolo mondiale più di Senna (viene in mente il Franco Rossi, privo di patente, che per prendere in giro gli statistici diceva correttamente di avere vinto un solo gran premio meno di Alesi) e degli stessi anni alla Ferrari che per un appassionato italiano spesso contano più di tutto sul resto: un po’ come giudicare Socrates per l’anno fatto alla Fiorentina o Di Maria per la prossima stagione alla Juventus.

Certo il pilota tedesco è stato il volto non soltanto della Red Bull ma anche della Ferrari di Marchionne (nessun uomo di tale spessore è stato dimenticato così velocemente), quella post Montezemolo, quella che ha provato a contrastare lo strapotere Mercedes senza riuscirci. La nostra domanda è quindi molto semplice: come collocare Vettel nella storia della Formula 1? Un bravo pilota che ha azzeccato un filotto fortunato con la migliore macchina oppure un grande che ha avuto la sfortuna mediatica di arrivare dopo Schumacher e prima dell’era Hamilton, che peraltro ha iniziato a vincere prima di lui?

Ricordando ancora bene le meravigliose battaglie con Alonso (su tutte quella del 2010, con anche Hamilton e Webber coinvolti), questa la nostra personale classifica piloti di Formula 1 che abbiamo visto correre, quindi dal 1974 in poi, prescindendo dai numeri: primo Senna, secondo Schumacher, terzo Hamilton, quarto Alonso, quinto Verstappen, sesto Vettel, settimo Piquet, ottavo Lauda, nono Mansell, decimo Prost. Il tifo è un’altra cosa e parte da Hunt per proseguire con Patrese (una vera malattia), Senna, Irvine, Montoya, Alonso e adesso Leclerc. Ciao Sebastian, grande stile nella vittoria ed anche nell’addio, senza sceneggiate o discorsi scritti da altri.

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