Basket
Il testimone a Sefolosha
Stefano Olivari 13/06/2012
LeBron James ha iniziato bene le sue seconde, su tre disputate, Finals da non favorito, ma garauno al di là del punteggio ha ribadito l’ovvio: a parità di superstelle (Durant vale LBJ, Westbrook e Harden forse anche più di Wade e Bosh limitati fisicamente) i Thunder hanno in pratica una squadra in più da mandare in campo e possono gestire senza ansia i periodi negativi. Non è solo una questione di uomini, perché di fatto i Thunder hanno giocato in otto (più 3 minuti di Cook) e gli Heat in sette (più 2 minuti di Anthony), ma di varietà di soluzioni. Gli Heat hanno iniziato alla grande, dominando i primi due quarti con scelte estreme e controintuitive (lasciare a Oklahoma City solo il tiro da fuori, di solito una delle sue armi migliori) unite ad una difesa clamorosa. I Thunder sono tornati sotto senza strappi e senza grandi percentuali nel tiro da tre (alla fine 29,4% contro il 42,1 degli avversari), con uno Westbrook eccezionale e vero artefice del riaggancio nel terzo quarto, ma è inevitabile che fino a garadue (sempre a Oklahoma City, nella notte italiana fra giovedì e venerdì) si parlerà del quarto quarto: con KD che ha segnato lì 17 dei suoi 36 punti e il ‘solito’ LeBron che pur senza braccino non è stato capace di invertire la tendenza. L’analisi dei finali di quello che con più di zero tituli se la giocherebbe per la palma di migliore di sempre è quasi un genere giornalistico a parte. Però a caldo, poche ore dopo aver visto la partita, possiamo dire che mai James ha giocato così bene in una serie finale (era all’undicesima partita): né contro gli Spurs 2007 né tantomeno contro i Mavs dell’anno scorso. Per intensità, presenza, atteggiamento e scelte. Nel quarto quarto, mentre Durant si accendeva, lui però si è fatto risucchiare dall’atmosfera dell’arena per merito anche di un Sefolosha che lo ha preso in carico. Lui e gli altri, va detto: il mezzo Wade di questi tempi ha messo in campo impegno e cattive percentuali (oltretutto da gregario, senza quindi togliere pressione al Prescelto), Battier è stato molto positivo, il resto si è fatto trascinare dalla corrente. Le statistiche sono su tutti i siti, qui vorremmo proporre solo la nostra impressione visiva: quella di una squadra, i Thunder, che può vincere qualsiasi tipo di partita anche non al meglio, contro un’avversaria che a questo livello altissimo può vincere solo un tipo di partita, quello in cui dai recuperi nascono canestri in campo aperto. Per non parlare delle differenze fra le panchine e nel settore lunghi. Non è detto che la serie sia finita, se Bosh salirà come forma, ma a tavolino è tutto chiaro. Una statistica, letta sul sito di Espn, però la vorremmo buttare lì: finché è stato marcato da Durant, quindi per quasi tutti i primi tre quarti, James ha tirato con il 58%, quando il testimone è passato a Sefolosha la percentuale si è esattamente dimezzata. Ma soprattutto ogni scelta, anche di banali passaggi, è stata fatta in affanno. Al bar degli Heat direbbero che manca un regista, in quello dei Thunder che mettendo subito Sefolosha su James si andrebbe allo sweep.
Stefano Olivari, 13 giugn0 2012