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Il System di Dave Arsenault
Stefano Olivari 22/11/2012
Il record di 138 punti di Jack Taylor fa notizia ma non è incredibile, per chi abbia anche solo sentito racconti di terza mano sulle gesta dei Pioneers del Grinnell College e sulle idee di coach David Arsenault. Che purtroppo vediamo in pratica solo attraverso You Tube, anche perché non è che i grandi network internazionali si accapiglino per i diritti delle partite della Divsion III della NCAA. Si tratta poi di un record nel record, perché negli Stati Uniti nemmeno a livello di high school (dove spesso si vedono simil-LeBron contro simil Ricky Cunningham) si era mai segnato così tanto. Il record assoluto infatti apparteneva a Danny Heater, ragazzo del West Virginia che con 135 segnati in un partita della Burnsville High School si era guadagnato 52 anni di immportalità. Immortalità ma non il college, perché (l’abbiamo letto su Usa Today) gli scout di West Virginia lo giudicarono troppo lento. All’exploit di Taylor va fatta la tara del tiro da tre punti, che all’epoca di Heater non esisteva (un clamoroso 53 su 70 da 2 per lui, roba da Hoosiers): il sophomore dei Pioneers ha infatti tirato con un 27 su 71 da oltre l’arco, che detto così sembra poca roba ma che parametrato sul tiro da 2 significa il 57% (!!!). Quindi le teorie estreme di Arsenault, definite ‘System’ dai discepoli e da lui stesso, che possono essere sintetizzate in pochi principi (abuso di tiro da tre, assenza dichiarata di difesa per indurre gli avversari a un tiro veloce, campo allargato per prendere più rimbalzi dinamici, cambi continui), in certi contesti funzionano. E Grinnell è tutto tranne che una squadra perdente. Abbiamo controllato sul sito della Midwest Conference, di cui Grinnell fa parte: ebbene, dal 2000 ai giorni nostri Grinnell (sede nell’Iowa) ha vinto tre volte la stagione regolare e una volta il torneo finale, mantenendo comunque anche nelle altre stagioni un rendimento costante. Non vogliamo dire che i 138 di Taylor valgano più dei 100 di Chamberlain (segnati nella NBA contro una squadra NBA, nell’occasione i Knicks), dei 112 di Drazen Petrovic (era comunque serie A jugoslava) o dei 144 di Babic in Coppa Korac, ma solo che sono figli di un’idea di pallacanestro. Discutibile ma pur sempre un’idea.