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Editoria

Il segreto di Dagospia

Indiscreto 29/05/2020

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Dagospia ha appena festeggiato i vent’anni di vita e ne siamo felicissimi, perché dal 2000 lo leggiamo ogni giorno e perché Roberto d’Agostino è da decenni uno dei pochi giornalisti italiani capaci di creare curiosità e reazioni. Quale è il segreto del successo di questo sito da cui molti giornalisti traggono ispirazione e molti altri direttamente copiano, spesso senza citare la fonte? In realtà di segreti, si fa per dire, ce ne sono diversi.

Il primo è che i media tradizionali non possono criticare certi personaggi e certi potentati, nemmeno usando l’ironia. Non lo facevano nel 2000, non lo fanno nemmeno adesso che sono quasi morti, con accanimento terapeutico dovuto alla necessità di mandare pizzini al governo di turno. Dagospia anche quando pubblica articoli di altri propone sempre nei suoi titoli un punto di vista, una chiave interpretativa della realtà. Spazzatura come ‘L’irritazione del Colle’ e ‘Ci aspettano 12 finali’ qui non ha cittadinanza.

Il secondo segreto è che Dagospia ha nel corso degli anni cambiato pelle, passando dal gossip sui personaggi pop a quello sui retroscena di politica e finanza: un’eccezione la recente saga di Mark Caltagirone. E tutti cadono nel tranello di definirlo spregiativamente gossip, visto che in teoria sarebbe giornalismo: dare notizie, scrivere in maniera irriverente cose che il lettore non sappia già o che pur sapendole non abbia adeguatamente valorizzato.

Il terzo segreto è che, per dirla alla Dagospia, il sito di Roberto D’Agostino sfrutta gratuitamente il lavoro degli altri. Non ci riferiamo al commento e ai titoli, ma proprio al copia e incolla (dichiarato, con la fonte) di articoli ed interventi comparsi su vari giornali e siti. Quasi sempre, immaginiamo, con l’autorizzazione degli autori, ma cosa ne penseranno gli editori? Se fossero editori veri si incazzerebbero ed impedirebbero questo giochino, ma siccome non lo sono (ed ogni giorno Dagospia lo ricorda) lasciano correre. E la cosa permette di fatto al sito di avere una super-redazione, senza pagarla.

Questo non significa che tutti potrebbero fare Dagospia: il web è infestato da copincollatori seriali, ma nessuno di loro propone una visione del mondo. Quella di Dagospia è cinica, disincantata, tuttologica, romana nel senso migliore del termine. Irresistibile. Peccato che l’impegno con il sito ci abbia tolto tanti possibili libri di D’Agostino (il nostro preferito ‘Chi è, chi non è, chi si crede di essere’,di altissimo livello anche lo ‘Sbucciando piselli’ con Federico Zeri), ma i tempi cambiano e la bravura di Dagospia consiste anche nel non rimpiangere un’età dell’oro mai esistita. Ci piacerebbe conoscere la vera opinione di D’Agostino sulle tante celebrazioni di questi giorni, da parte di media che se facessero il loro mestiere renderebbero inutile Dagospia.

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