Il record amaro del Belgio

8 Giugno 2010 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini
Qualificazioni al Mondiale 1973, l’imbattibile difesa di Goethals prova a superare l’Olanda del calcio totale e quasi ci riesce. Anzi, a un certo punto ci riesce proprio…

Nessuna grande rivoluzione è avvenuta senza un briciolo, seppur minimo, di casualità. Quante volte, sentendo parlare di eventi, storie, miti e leggende, abbiamo udito la domanda “cosa sarebbe successo se…?”. Giocando a Sliding Doors con la storia dei Mondiali si potrebbero riempire centinaia di pagine. L’Olanda del Generale Michels finalista in Germania Ovest nel 1974, ad esempio.
Jongbloed Suurbier Rijsbergen Haan Krol Jansen Neeskens Van Hanegem Rep Cruijff Rensenbrink. Un undici a leggere tutto d’un fiato, come fosse un’unica entità. Il 1974 segna la definitiva consacrazione del calcio totale, che vince anche se riesce a sollevare la Coppa del Mondo perché stecca all’ultimo atto. Ma per chi guarda la luna, e non il dito che la indica, poco importa. Il 1974 consacra il Mito.  Alla cui genesi aveva contribuito, pur se in minima parte e in modo assolutamente inconsapevole, un arbitro russo di nome Khazakov, che il 18 novembre del 1973 all’Olympisch Stadion di Amsterdam aveva annullato, su segnalazione del proprio assistente di gara, un gol regolare del belga Jan Verheyen. Era l’ultima partita del girone di qualificazione per i Mondiali del 1974. Se il Belgio avesse battuto l’Olanda, avrebbe staccato il biglietto per la Germania Ovest lasciando a casa proprio i tulipani. Questa è la storia di due destini calcistici racchiusi in una bandierina alzata.
Il cecoslovacco Frantisek Fadrhonc era un tecnico poco amato dalla Federcalcio olandese ma molto dai giocatori
, i quali non esitarono a dimostrare sul campo la propria stima nei confronti dell’allenatore salvandogli la panchina all’indomani della mancata qualificazione agli Europei del 1972. Era prevista un’amichevole contro la Grecia, per quello che si vociferava essere con tutta probabilità l’ultimo atto di Fadrhonc sulla panchina oranje. “Oggi giochiamo per Fadrhonc” è il messaggio lanciato da Cruijff ai propri compagni nello spogliatoio prima dell’inizio del match. Detto e fatto, l’Olanda in campo strapazza 5-0 la Grecia cogliendo, all’epoca, la terza vittoria più rotonda della sua storia dopo il 7-2 rifilato al Belgio nel 1958 ed il 6-1 alla Francia nel 1936. Panchina dunque salva, e Olanda che comincia a carburare.
Il gruppo 3 della zona Europa per la qualificazione ai mondiali si presentava piuttosto morbido, con il solo Belgio avversario che poteva incutere qualche timore, mentre Norvegia e Islanda sembravano semplici pratiche da archiviare alla svelta. Missione che l’Olanda compì senza problemi (i norvegesi vennero demoliti 9-0), arrivando alla fatidica sera del 18 novembre 1973 con una migliore differenza reti rispetto ai Diavoli Rossi. I punti in classifica però erano i medesimi.
Il tecnico belga Raymond Goethals non era certo uno sprovveduto. Ben conscio dell’inferiorità tecnica dei propri uomini (tra i quali spiccava un Paul Van Himst, il miglior calciatore belga di sempre, ormai a fine carriera) rispetto agli olandesi, la sua filosofia di gioco era riassumibile in una frase: “Chi non concede gol non perde le partite”. E così faceva il suo Belgio, squadra tosta e rognosa, molto fisica. La filosofia del “primo non prenderle” pagava. Doppio 4-0 all’Islanda, doppio 2-0 alla Norvegia, 0-0 ad Anversa contro l’Olanda, fermata dalle barricate erette dai Diavoli Rossi e sostenuta da 54.923 spettatori urlanti.
Ed ecco il 18 novembre. Il biglietto da visita del Belgio sono 12 gol fatti e zero subiti. Un muro. Ma questa volta non basta. Di fronte ai 60.000 che affollano l’Olympisch Stadion bisogna vincere, perché gi tulipani hanno segnato più reti negli incontri precedenti, e pertanto possono accontentarsi del pari. E’ una partita maschia, con poco calcio. Belgio tatticamente perfetto, Olanda povera di ispirazione. Poi il lampo di Verheyen. La panchina belga esplode, ma c’è una bandierina alzata a raffreddare tutti gli entusiasmi. Il russo Khazakov sta indicando il cerchio di centrocampo. La rete è annullata. Olanda ai mondiali, per la prima volta dal 1938, e Belgio a casa.
Nel dopo partita Fadrhonc benedice la dea bendata che lo ha assistito. Gli servirà a poco, perché per guidare la squadra in Germania Ovest la Federcalcio olandese sceglierà di affidarsi al miglior allenatore disponibile sulla piazza in quel momento: Rinus Michels. Goethals invece mastica amaro. Zero sconfitte e zero reti subite non erano stati sufficienti per accedere alla fase finale della coppa del mondo. Un primato ineguagliato e, probabilmente, ineguagliabile. Il suo Belgio è la miglior squadra eliminata nella storia delle qualificazioni ai mondiali.
Alec Cordolcini
(per gentile concessione dell’autore, pubblicato su Radio Olanda e Calcio 2000)

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