Il raccattapalle di Zico

2 Luglio 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

“Ormai ho imparato a conoscermi e ad accettarmi: cambierò ancora compagna e magari cambierò anche squadra. Sarà la vita che mi ha reso più duro, ma ho capito che l’unica cosa importante è rimanere fedeli a sé stessi, non agli altri”. 33 anni, una carriera alla quale non è rimasto più nulla da chiedere, un vertiginoso saliscendi tra gol e infortuni, tra successi e delusioni, tra cadute e rinascite. In una sola parola, Ronaldo. Protagonista sempre, dentro e fuori dal campo. Ieri Fenomeno, oggi quasi un sopravvissuto. A sé stesso, ai suoi vizi, al suo smisurato talento. Il capitolo conclusivo della sua storia comunque non è ancora stato scritto. Di seguito abbiamo voluto riassumere in sei sintetiche puntate tutto quello che è successo finora, con l’esclusione del Corinthians che rappresenta attualità e con un’avvertenza: niente amori né scandali nella Ronaldo-story che vi proponiamo. Per il gossip c’è sempre la stampa sportiva “specializzata” nel copiare le notizie dall’estero.
Brasile. Bento Ribeiro è un quartiere situato nella parte ovest di Rio de Janeiro. Un agglomerato ad alto di tasso di povertà che deve il suo nome a Bento Manuel Ribeiro Carnero Monteiro, sindaco di Rio dal 1910 al 1914. I brasiliani non lo considerano una vera e propria favela, e comunque non a livello di quella Cidade de Deus efficacemente descritta da Fernando Meirelles nel suo film City of God. Le condizioni di vita degli abitanti rimangono però estremamente precarie, così come precaria era la famiglia in cui Ronaldo Luis Nazario de Lima nacque il 22 settembre 1976. O, almeno, quello fu il giorno in cui il bimbo venne registrato all’anagrafe, perché in realtà “Dadado” (questo il suo nomignolo d’infanzia) aveva visto la luce quattro giorni prima, il 18 settembre. Madre capofamiglia, padre con problemi di alcol, due fratelli più grandi, il divorzio dei genitori quando lui aveva 10 anni. Il piccolo Ronaldo mangiava pane e calcio, ma nelle interminabili partite tra le strade di quartiere non amava, a differenza della stragrande maggioranza dei propri coetanei, immedesimarsi nell’idolo di un’intera nazionale, Pelè, bensì in un altro mito del calcio verdeoro quale Zico. “Andavo a vederlo da piccolo al Maracanã quando giocava nel Flamengo. Io facevo il raccattapalle ai bordi del campo di gioco e provavo un’emozione indescrivibile ogni volta che recuperavo la palla e la passavo a lui. Perché lui e non Pelè? Perché Zico era il miglior calciatore della sua generazione, la prima che ho potuto vedere direttamente in azione da bambino”. Ronaldo inizia la carriera nel Tennis Club Valqueire, quindi passa al Social Ramos, un’altra piccola squadra dei sobborghi di Rio de Janeiro. Il biglietto verso i piani alti del calcio brasiliano lo stacca però con la maglia del São Cristovão, club minore di Rio de Janeiro noto per avere ottenuto dalla Fifa una particolare dispensa che gli permette di indossare sempre la propria prima maglia (interamente bianca) sia negli incontri casalinghi sia in quelli in trasferta, e famoso anche per la vicinanza del proprio stadio a un grande campo militare, i cui soldati in passato erano soliti, durante il periodo di libera uscita, indossare la casacca bianca e scendere in campo con la squadra. Da qui il soprannome di “Os Cadetes” (I Cadetti) che accompagna tifosi e società del São Cristovão. E’ lì che il piccolo cadetto Ronaldo viene notato da una vecchia gloria del calcio verdeoro quale Jairzinho e introdotto nel settore giovanile del Cruzeiro. Nel 1993 arriva il salto in prima squadra. Il biglietto da visita del bimbo prodigio sono 12 gol in 14 partite nel campionato brasiliano (inclusa una cinquina in un 6-0 rifilato dal club di Belo Horizonte al Bahia, con una delle reti segnata addirittura dopo aver rubato palla al portiere avversario il quale, dopo aver bloccato un tiro, si era fermato ad allacciarsi una scarpa) e 23 in 18 in quello Mineiro. In dodici mesi Ronaldo festeggia una Coppa Brasiliana, il titolo di campione dello stato di Minas Gerais e la palma di capocannoniere del torneo. Niente male come esordio nel calcio professionistico. (1-continua).
wovenhand@libero.it
(in esclusiva per Indiscreto)
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