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Svegliarino

Il prezzo della famiglia

Stefano Olivari 12/11/2008

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In Italia ci insegnano fin da bambini che i soldi sono un peccato, anche quando vengono guadagnati per propri meriti e non tramite eredità o furti di vario tipo. Per questo la domanda ‘Quanto guadagni?’ fa irrigidire chiunque, nonostante gli Unico siano pubblici e quindi almeno la parte ufficiale dei propri guadagni sia priva di segreti. Colpisce quindi che nel calcio le cifre dei contratti depositati in Lega siano spesso molto diverse non solo dai compensi effettivi (sul nero si possono fare solo stime o illazioni: nella pratica corrente corrisponde di solito al 50% del netto ufficiale) ma anche dagli stessi pagamenti effettuati alla luce del sole da banche italiane su altre banche italiane. Non c’è bisogno dell’anagrafe tributaria o di Tom Ponzi, ma solo di un finanziere motivato, per verificare la corrispondenza fra contratti e pagamenti effettivi (il nero non c’entra, ripetiamo). E siamo arrivati al punto di soprenderci per l’onestà. Antefatto: non tutti i nostri compagni di corso alla Bocconi sono diventati sfigati come noi, c’è anche chi invece di genuflettersi presso sponsor, senior executive di stocazzo ed aspiranti editori cialtroni sta tranquillo nel suo ufficio in banca (banca dalemiana), con ficus d’ordinanza, a curiosare nei conti dei clienti vip dell’azienda. E cosa ti trova sul conto del fuoriclasse? Un versamento mensile, da parte della società, di 970mila euro. Incredibile: quasi corrisponde al netto del contratto. Ma la cosa più incredibile sono i bonifici mensili fissi che il campione dispone per parenti (non parliamo di moglie e figli), amici aspiranti imprenditori, accattoni con varie gradazioni etiche: nell’ultimo anno una media di 200mila euro mensili. In altre parole, la parte allargata della famiglia gli costa due milioni e mezzo l’anno fissi. Per non parlare delle cifre che elargisce una tantum, ‘per progetto’. Esiste non solo da noi una retorica della famiglia con declinazioni fra il mafioso ed il pietistico, che regalerà qualche soldo televisivo ai Barwah (Maria De Filippi è in agguato) messi nella giusta prospettiva da Balotelli, ma che porta anche a dimenticare meriti e demeriti dei singoli individui. Stronzate come il sangue (‘lo stesso sangue’!) ed il senso di colpa (senza colpa diversa dall’averci creduto) avvelenano la vita anche di chi riceve un bonifico da 970 mensili. Per questo tifiamo perché almeno i campioni, definiti non a caso campioni, si ribellino.

stefano@indiscreto.it

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