Il predestinato di Pirlolandia

9 Agosto 2020 di Indiscreto

Andrea Pirlo è quindi il nuovo allenatore della Juventus, al posto di Maurizio Sarri e con un anno di anticipo rispetto al previsto, senza nemmeno un po’ di rodaggio con l’Under 23. Nessuno ovviamente sa quanto valga Pirlo come allenatore, ma quasi tutti i media hanno deciso che si tratta di un predestinato. Predestinato, lo si legge dappertutto: ma perché? Chi può dirlo? Cristiano Ronaldo e Messi sono predestinati come allenatori? E Totti? (Asterisco: De Rossi però è predestinato, come dicevano del resto anche di Brocchi).

Si è andati però oltre, proponendo anche i vari moduli del suo calcio, quando Pirlo non ha mai guidato neppure una squadra di bambini. È nata Pirlolandia, si è letto, quasi un’evocazione di Zeman. Molti grandi paragoni fatti con altri campioni dalla scarsa esperienza in panchina messi alla guida di un grande club, da Zidane a Guardiola ai fratelli Inzaghi, per giustificare la mossa di Agnelli, sono però un po’ forzati. Perché quasi tutti almeno qualche mese con i giovani o da vice (Mancini lo fece per Eriksson), giusto per capire se quello dell’allenatore è il loro mestiere, lo hanno passato. Non crediamo alla retorica sulla gavetta, soprattutto per chi è stato campione, ma un test su una squadra inferiore alla Juventus si poteva anche fare.

Nella storia moderna del calcio italiano, parlando di grandi club, ci viene in mente solo Clarence Seedorf, che nel 2014 fu messo sulla panchina del Milan al posto di Allegri quando ancora stava giocando (nel Botafogo). Non si può dire che Seedorf sia diventato un grande e nemmeno piccolo allenatore, nonostante sia stato un campione e una persona di cultura rara per un calciatore. Ma non è questo il punto, perché per guidare un gruppo di superprofessionisti non serve troppa teoria. E poi qualche buon allenatore a cui ispirarsi Pirlo l’ha avuto…

Il punto è che per il momento Pirlo allenatore della Juventus è comunicazione pura. Dopo mezza giornata di blandi processi nessuno parla più del fallimento in Champions, dell’esonero di Sarri o del futuro di un club legato a come si sveglierà domani mattina Cristiano Ronaldo. Fra gli allenatori sul mercato non ne n’era nessuno che facesse sognare e così tanto valeva scommettere su Pirlo: Sarri ha vinto lo scudetto con mezza squadra che lo aveva abbandonato, non si vede perché non ci possa riuscire Pirlo con tutti che lo seguano. Ma parlare di predestinato e Pirlolandia è prematuro, si torna sempre al tifoso (di qualsiasi squadra) con cervello da dodicenne teorizzato da Berlusconi qualche anno fa.

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