Il portapenne di Cantù

24 Maggio 2013 di Fabrizio Provera

Semifinali del massimo campionato di basket al via. Occasione irripetibile per esporsi ad un altro sbertucciamento indiscreto, anche se i pronostici dei quarti li abbiamo azzeccati al 75%: Varese, Roma e Cantucky, Milano persa d’un soffio pur avendo azzeccato il 4-3, che tuttavia per noi avrebbe premiato i ricchi epuloni di rito armaniano.

Arriviamo alle semifinali nel segno, va da sè, di Andrea Trinchieri. Il Poeta Guerriero, coach di Cantucky e ai prossimi Europei di Slovenia sulla panca della Nazionale greca, ha ricevuto dal cielo la manna chiamata Joe Ragland (forse l’ultimo cadeau del grande Bruno Arrigoni?), scacciato i diavoli dalle teste dei suoi giocatori e ribaltato ogni pronostico. Traghettati i suoi ragazzi fuori dall’inferno di Sassari, Trinchieri ha vinto soprattutto sul piano dialettico. Quando la volitiva Sassari – specie qualche dirigente un po’ inesperto – ha alzato la cresta, il coach che rifiutò Harvard per finire a cucinare salamelle alla festa degli Eagles ha preso in mano i destini tecnico-emotivi della serie. ‘Sassari dovrebbe ricordarsi che la Pallacanestro Cantù esiste dal 1936, ed ha vinto anche delle Coppe dei Campioni, che tengo sulla mia scrivania e saltuariamente uso come portapenne’. Vinta d’un soffio gara 4, con l’ultimo tiro di Thornton che gli Dei del Pianella hanno cacciato fuori dal cesto, Trinchieri se ne arriva sereno come un francescano in sala stampa e gela tutti: ‘Voi dimenticate sempre che la proprietà della Pallacanestro Cantù vende apparecchi medicali per cardiopatici. Quindi, stasera volevamo solo incrementare il loro fatturato’. Ca va sans dire.. E per chi non avesse capito, parla delle partite punto a punto come di ‘incontri un po’ così, metodo champenoise’. Nell’angusta sala stampa del Pianella, l’abbiamo provocato: ‘Molti di quelli che ti hanno criticato duramente si sono ravveduti e hanno chiesto scusa. Sei umanamente soddisfatto di questo ravvedimento?’. ‘No. Un giorno sei un eroe, il giorno dopo sei un coglione. D’ora in poi cercherò di essere un po’ meno coglione’. E ancora Trinchieri, l’inferno e Winston Churchill: ‘Cosa volete che vi dica. Preferisco evitare di giocare contro i sopravvissuti all’inferno, perché dopo aver visto la morte non hanno più paura di niente’. Capito, Datome e compagni?

CIMBERIO VARESE- MPS SIENA, VINCE VARESE 4-3

Se la Siena che sfiderà l’arrembante Cimberio sarà sempre quella vista da Direttore e sottoscritto live mercoledì, al Forum, per Vitucci ci saranno da scalare 7 Galibier.
Varese ha dalla sua il fattore campo, Masnago, il fattore Morse (la leggenda), l’asse di ferro Green-Dunston, la giovane certezza Polonara(c). La Siena della leadership di Daniel Hackett, del gregariato sontuoso di David Moss, delle scorribande di Bobby Brown, delle occhiate  forse meno gelide e meno potenti di Ferdinando Minucci (ma ugualmente tonitruanti), ha ancora molto da dire. E forse persino da vincere. La Coppa Italia insegna. Ma siccome Trinchieri dice che è l’anno delle prealpine, diciamo Varese.

ACEA ROMA- LENOVO CANTUCKY, VINCE CANTUCKY 4-2
Marco Calvani è un grande allenatore, Nicola Alberani (Gm della Virtus) il Billy Beane de’ noantri, Gigi Datome il meritatissimo Mvp del campionato, Gani Lawal un centro border line da potenziale Nba (copyright Trinchieri). Quindi? Quindi Cantucky arriva dall’inferno, e contro i sopravvissuti all’inferno non si vince. Tutto pronto, dunque? Chissà.. A Cantucky, settimana scorsa, abbiamo visto Ciccio Della Fiori che salutava con grande trasporto Meo Sacchetti (due colossi…): Varese-Cantucky, insomma? Forse.

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