Il popolo di Crapanzano

9 Novembre 2012 di Stefano Olivari

Dario Crapanzano, 73enne pensionato e giallista per hobby, ha più lettori del direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. L’evidenza empirica di due presentazioni di libri, nella stessa libreria (Feltrinelli) e nella stessa città (Milano), a poco più di un anno di distanza, ci ha mostrato una realtà che i lettori veri, quelli da passaparola (anche web, tipo quello con il bellissimo Anobii), conoscono bene.  Cioè che i libri veri, quelli che al di là delle cifre di vendita vengono letti sul serio, spesso non coincidono con quelli recensiti nelle pagine culturali dei giornali. De Bortoli era sul palco per presentare un libro dell’allora direttore di RaiTre (adesso dirige LaSette) Paolo Ruffini e in sala non c’erano più di 30 persone. Un terzo di quelle, preparatissime (lettori che avevano letto), viste martedì scorso per Crapanzano, per la presentazione del suo ‘Il delitto di via Brera’, terzo romanzo della saga retrò del commissario Arrigoni, dopo Il giallo di via TadinoLa bella del Chiaravalle (coming soon la recensione di quest’ultimo). Considerando il numero di giornalisti che fa di tutto per ingraziarsi uomini di potere come De Bortoli e Ruffini (il libro si intitolava Discorso sulla buona e cattiva televisione), non è azzardato dire che il punteggio di 3 a 1 sta a Crapanzano (idolo non solo per come scrive, trascinandoci dolcemente negli anni Cinquanta, ma anche in quanto ex giocatore di pallacanestro fin quasi alle soglie della serie A) abbastanza stretto. Cosa vogliamo dire? Che il web ha ingigantito in maniera esponenziale il fenomeno del passaparola, chi non capisce il successo di autori che mai avrebbero una recensione togata non capisce nemmeno il perché della cavalcata Grillo-Casaleggio. E’ la disintermediazione, bellezza.

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