In Evidenza
Il peggior sindaco di Milano
Indiscreto 05/12/2024
Con Paolo Pillitteri se ne va uno dei politici più criticati della fase finale della Prima Repubblica, visto che al di là dei suoi demeriti l’allora sindaco di Milano pagava la vicinanza ideologica e familiare (ne era il cognato) a Bettino Craxi. Da non dimenticare che fino al 1993 i sindaci non erano eletti direttamente, ma erano espressi dai partiti o da coalizioni che cambiavano a seconda delle zone d’Italia: nei suoi 6 anni, dal 1986 al 1992, da sindaco di Milano Pillitteri fu espressione in un periodo del cosiddetto pentapartito (quindi il suo PSI insieme a DC, PRI, PSDI e PLI) allora al governo e in un altro della sinistra (quindi il PSI insieme al PCI). Nella Milano di Tangentopoli c’era spazio davvero per tutti, al di là della storia scritta dai vincitori per via giudiziaria.
Siccome il meccanismo psicologico del genere ‘Piove, governo ladro’ è trasversale rispetto ai tempi e al colore politico, non ci ricordiamo un sindaco di Milano che non sia stato oggetto di critiche e di scherno ai suoi tempi, al di là di rivalutazioni fuori tempo massimo. Ma certo con i socialisti si è andati oltre, visto che non esistono più e che paradossalmente nella memoria tramandata ai liceali da okkupazione e kefiah rappresentano la Prima Repubblica più dei due partiti che messi insieme avevano il 75% dei consensi. Ma veniamo al punto: Paolo Pillitteri è stato il peggior sindaco di Milano della storia recente? Siccome tutto gira intorno al nostro ombelico facciamo partire questo sondaggio di nicchia della nicchia (milanesi over 50) da Aldo Aniasi, socialista ma certo non craxiano (il Midas è del 1976), diventato sindaco nel nostro anno di nascita, il 1967.
Dopo Aniasi, per quasi tutto il suo periodo da sindaco espressione dell’alleanza DC-PSI, nel 1976 un altro socialista, Carlo Tognoli, espressione invece dell’allenza locale con il PCI, e dal 1986 appunto Pillitteri. Nel 1992 Giampiero Borghini, ultimo socialista e spesso confuso con il gemello Gianfranco (deputato del PCI), espressione anche lui del pentapartito. Poi dal 1993 sempre elezione diretta: Marco Formentini (Lega), nel 1997 Gabriele Albertini (Forza Italia), nel 2006 Letizia Moratti (Forza Italia), nel 2011 Giuliano Pisapia (indipendente di sinistra) e dal 2016 Beppe Sala (anche lui indipendente di sinistra). Davvero Pillitteri, consegnato all’eternità pop non dai suoi libri (veramente molto belli l’autobiografia Tutto poteva accadere e quello sulla politica manipolata dal cinema) ma dal leggendario sfogo contro i dipendenti ATM, è stato il peggiore di tutti questi, conosciuti anche fuori Milano per le loro ambizioni nazionali quasi sempre stroncate sul nascere?
La nostra risposta per una volta nella vita non è anniottantesca o del genere ‘ai miei tempi’, anche se più volte abbiamo votato per il PSI di Craxi. Da follower della politica pensiamo che il peggior sindaco eletto direttamente sia (e sia stato) meglio di molti di quelli della Prima Repubblica, anche di quelli che oggi vengono fatti passare come santi. Rimanendo sulla politica in senso stretto, Pillitteri non ci piaceva anche se culturalmente era interessante e ha anche scritto cose egregie, ma siamo convinti che i peggiori sindaci di Milano dell’era moderna siano stati Tognoli e soprattutto Aniasi. Se oggi viviamo a Gotham City all’epoca, almeno fino a metà degli anni Ottanta, si era in puro Far West, fra violenza politica, criminalità comune, corruzione, sporcizia e voglia di scappare dalla città.
stefano@indiscreto.net