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Calcio

Il paradigma di Allegri

Anna Laura 08/10/2012

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Derby straziante. L’Inter ha fatto vedere al mondo come far durare le partite otto minuti, il Milan ha fatto vedere al mondo che la componente mentale è la sola che conti assieme alla “suerte”. Ad un certo punto della partita è parso persino che Valeri fosse disposto a concedere un rigore, uno qualsiasi, ma non ce ne sono stati. O vogliamo dire che il tuffo di Robinho era rigore? L’Inter è un cantiere dove “Oni” ha capito almeno una cosa: se hai mille dubbi, non ti porteranno da nessuna parte, ma se hai una certezza , lei ti porterà li!  Quindi una cosa per volta: primo non prendere gol. Poi la provvidenza. Capitolo Milan: Allegri ha mostrato lo stile piangina premettendo di non esserlo mai stato (la premessa tipica del piangina), ma dovrebbe invece estirpare il pensiero permanente  “Ibra è andato via” e il conseguente sillogismo: “Noi eravamo forti con Ibra e quindi ora non avendolo non siamo più forti”. L’aspetto mentale è essenziale, se coltivi un tale sillogismo , inconsapevolmente sbaglierai gol per un soffio e non solo perché Pazzini vale meno di Ibra. Convinzione, si dice così? Dare la colpa ad altri del proprio paradigma è un non-sense. Avevano già perso prima della partita, Valeri o non Valeri. Segnali Inter: Coutinho è forte , ma forse dovrebbe transare con CassanoMilito? Dopo la Fiorentina , un altro replay. L’Inter sta provando a ridiventare l’Inter , dopo due anni e mezzo di tentativi abominevoli di diventare il Barcellona. La semplice consapevolezza di ciò può essere sufficiente per sognare il terzo posto in un campionato squallido.

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