Musica
Il nostro Baltimora e quello di X Factor
Stefano Olivari 10/12/2021
Baltimora ha vinto la quindicesima edizione di X Factor, di cui onestamente non abbiamo visto una sola puntata intera perché tre giudici su quattro, per non parlare dell’imbarazzante conduttore, sembravano messi lì per farci cambiare canale. Le poche cose interessanti sono uscite dalla bocca di Mika, che però nei primi due non ha piazzato alcuno dei suoi: Baltimora (all’anagrafe Edoardo Spinsante, ventenne di Ancona) era di Hell Raton e gIANMARIA (il diciannovenne Gianmaria Volpato, di Vicenza) era di Emma. Dietro di loro i Bengala Fire di Manuel Agnelli, ormai improponibile sia come personaggio underground sia come personaggio mainstream, e Fellow (Federico Castello) di Mika.
Chi conosce Indiscreto avrà già capito che l’introduzione è un pretesto per parlare del Baltimora originale, che poi non era un singolo anche se tutti lo identificavamo con il cantante o pseudo-tale. Il Baltimora di Tarzan Boy, progetto discografico italiano e per alcuni anni anche gruppo, che aveva il volto di Jimmy McShane. Che non era il solito straniero tarocco della Italodisco, era un nordirlandese nato a Derry che dopo essere entrato nel mondo dello spettacolo come ballerino e corista (soprattutto per Dee D. Jackson) si era stabilito a Milano e lavorava come paramedico sulle ambulanze.
A metà anni Ottanta l’incontro con Maurizio Bassi, tastierista e ideatore appunto del progetto Baltimora. Folgorato dall’aspetto misterioso di McShane, Bassi decise che lui sarebbe stato il frontman del gruppo ed è infatti al volto del nordirlandese, poi diventato italiano, che sono legati i ricordi di mezzo mondo per quanto riguarda Tarzan Boy, Woodie Boogie e Key Key Karimba. In particolare Tarzan Boy fu forse la canzone dell’estate 1985, con quel suo geniale grido introduttivo, appunto alla Tarzan, che sarebbe diventato uno standard. Una canzone che dominò le classifiche in Europa ed ebbe un discreto successo anche negli Stati Uniti.
Abbiamo detto ‘volto’ perché nemmeno Baltimora, o i Baltimora, sfuggono ad uno dei grandi classici dell’Italodisco e cioè la voce probabilmente presa in prestito da un altro. Nessuna certezza, però, perché al contrario di altri McShane sapeva davvero cantare e quindi il trucco avrebbe avuto meno senso che in altre situazioni (Den Harrow e dintorni).
Lo straordinario successo degli anni Ottanta dei/di Baltimora terminò prima della fine del magico decennio e McShane, di cui anche all’apice della popolarità si sapeva pochissimo (nemmeno che fosse gay, cosa che all’epoca rappresentava una notizia) tornò nell’oblio. Nel 1995, a soli 38 anni, la sua morte causata dall’AIDS. Il nostro Baltimora rimane lui.