Basket

Il mondo dopo Malagò

Oscar Eleni 14/04/2025

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Oscar Eleni stregato da un coniglio elettronico, dopo aver saputo che l’intelligenza artificiale andrà in guerra dove già il trio  bauscia USA-RUSSIA-CINA si passa le bombe al posto del sale. Felice di aver trovato trovato asilo politico sopra la baia australiana degli squali che ci ricordano tanto il tavolo dove in molti baceranno le natiche al caporale di Mar-a-Lago. Meglio godersi le tartarughe centenarie che ancora fanno figli, i delfini che si lasciano accarezzare dagli squali, piuttosto che aspettare la bomba sotto casa dove intanto litigano per un parcheggio e si scambiano valige con dentro resti di corpi umani, mentre ci spiegano, ancora una volta, che una volta non era meglio di oggi.

Dopo aver saputo dal ministro competente che ci sarà tutela per le forze dell’ordine, oh bella pensavamo che fosse già così, abbiamo spento la luce mentre le bande armate andavano verso gli stadi e i palazzetti. Certo a Roma hanno esagerato. Ma è la capitale, accidenti. La cosa buffa è che anime delinquenziali cercano soltanto scuse per fare e farsi del male. Lo sport, come si è visto, è stato tradito in mille modi e non soltanto da chi si droga. Pensate a questa recita disgraziata sulle scommesse sportive, sugli usurai che tenevano per le palline presunti campioni abili con le parole e le lusinghe in spogliatoi dove si parla di tutto meno che di sport. Ci diranno che sono pronti provvedimenti per punire, mai una volta che si ammetta di aver bisogno della cura vera che nasce nella scuola onesta e pubblica, mai privata. Certo che hanno fatto bene ad invitare per il derby romano l’arbitrino appena picchiato da adulti e minori, peccato che al ponte Milvio non lo sapessero, impegnati a distrarre i grandi elettori del Coni quelli che cercano il dopo Malagò, proponendo come prossimo sport olimpico, visto quello che hanno già fatto  per Los Angeles, il lancio della bottiglia incendiaria, lo schiaffo al vicino in tribuna, lo sputo razzista.

Per fortuna la nostra Battocletti corre, vince, si prende corone europee alla fine del salutare Ramadam illudendoci che l’atletica sia davvero terra benedetta, pazienza se poi qualcosa non funziona, se scattano squalifiche per le opposizioni ed aumenti di stipendio per i padroni di oggi. Lei e il maratoneta Aouani, milanese di origine marocchine, per ricordarci che esistono anche oasi sportive dove si gioca e per il piacere di fare davvero lo sport. Giorni dove avremmo fatto volentieri a meno della polemica dopo il tuffo della Pellegrini sul caso Sinner, in giornate dove la nostra grande campionessa di nuoto, così divertente con il mago Foresta dai Gialappi, dovrebbe studiare per dare il voto giusto quando si dovrà scegliere il nuovo presidente del CONI, cittadella già assediata dalla politica del “famolo strano”. Niente distrazioni cercando di scoprire perché alla Ferrari non hanno mai pensato al giovane pilota Antonelli, magari negli stessi giorni dove promettevano che quest’anno sarebbe stata sempre festa per il cavallino scalciante.

Stregati dal ciclismo dove una generazione di fenomeni nata fra Olanda, Slovenia e Belgio sta rendendo meravigliose tutte le grandi classiche, fingendo che il solo Ganna possa consolarci  dopo aver scoperto che  lo sport della fatica non attira più tanto le giovani generazioni dell’italico borgo che aspetta di scoprire le Olimpiadi nell’inverno finto di Milano, sperando che a Cortina e negli altri posti dove si faranno davvero questi Giochi i Giochi non vinca la squadra che si diverte soltanto se i preventivi di spesa non vengono rispettati. Previsioni che invece sono state purtroppo rispettate dal basket che soltanto quando parlano Petrucci e Pozzecco sembra in piena salute. Lasciamo stare il calcio che aggrappato all’Inter spera sempre di avere tante squadre dove giocare e vincere vuol dire gloria e ricchezza perché le coppe sono sempre munifiche coi partecipanti.

Dicevamo del mondo che dovrebbe vivere sopra i tre metri e zero cinque del canestro. L’Eurolega ha mandato a casa le nostre squadre, ma ci si consola lo stesso. L’Armani, preoccupata il giusto per l’ultima emicrania di Messina, ha già pensato di riconfermare tutti e sui giornali basta un LeDay scatenato per annunciare la fine della crisi, anche se battere Pistoia ultima in classifica non ci sembra un grande impresa. Colpa nostra, come dice il molestatore televisivo di Gherarducci, Santin e Wilson. Non riusciamo a capire l’ottimismo federale per i sassi lanciati sul mare piatto del sistema. Pozzecco ci dice che questa Nazionale ha ragazzi che stanno bene insieme. Ne siamo convinti, ma quali ragazzi? La squadra per l’Europeo dovrebbe essere molto differente da quella che ha giocato finte qualificazioni se davvero DiVincenzo prenderà il passaporto e il permesso per giocare con maglia azzurra, se Gallinari non si sarà stancato troppo per far divertire i Vaqueros de Bayamon, se Fontecchio ricorderà cosa vuol dire avere in mano palloni pesanti, se il giovane talento Sarr, che ha già fatto arrabbiare il Barcellona, non preferirà stare nella culla statunitense piuttosto che in quella della Nazionale. Comunque meglio l’ottimismo che la rassegnazione e se poi ha ragione  il Curierun magari Petrucci torna davvero al palazzo Acca.

Torniamo al  basket che ringrazia Armani e Zanetti per aver già riconfermato i condottieri. Non è una cosa che capita spesso in Italia, in troppi sport. Bene per Messina, bene per Ivanovic anche se a Bologna il cambio allenatore è più oliato, direbbero Djordjevic e Banchi. Volata finale per avere un posto al sole nei playoff, quelli che in Italia si giocano dentro palazzetti quasi tutti senza aria condizionata. La buona notizia è che al vertice della classifica c’è sempre la neopromossa Trapani e che dalla A2  ci regalano per il prossimo anno Udine che ritrova la massima serie dopo 16 anni, dopo  il periodo aureo con la famiglia Snaidero. Bentornati  e al cenacolo delle banalità si fa festa perché questa A2 quando promuove qualcuno, vedi appunto Trapani e Trieste in questa stagione, non manda squadrette, ma società ben costruite e dirette bene. Sarà un caso che il manager venga dal mondo del fosforo, l’Andrea Gracis cresciuto in Ghirada, diventato hombre vertical a Pesaro, uomo di fiducia dei Sacramento Kings. Un po’ come il Coldebella che tiene Reggio Emilia in zona playoff anche se non mancano i problemi e Malaga potrebbe chiuderci in faccia l’ultima porta europea proprio in queste ore.

Avete ragione, vietato dimenticare. Non Tortona che forse potrebbe ancora stare nel gioco europeo proprio  nei giorni in cui torna il figliol prodigo Vacirca che a Milano, ce lo auguriamo per lui, non deve essere stato ascoltati quando hanno costruito una squadra  che non aveva proprio dimensione europea, fisicamente e tecnicamente. Certo che non lo trascuriamo lo sforzo del povero De Raffaele che al momento sembra però nei guai, sempre colpa degli ex registi sul campo, in questo caso il Bulleri che ha guarito, troppo tardi purtroppo, la Sassari che difficilmente troverà posto al tavolo nella festa finale. Pagelle per farsi riconoscere, per fingere di poter risolvere tutto  premiando chi merita e punendo chi sbaglia, pur sapendo di non averne il diritto.

10 Agli ALIBEGOVIC che stanno in testa alle classifiche con TRAPANI e la neopromossa UDINE. Famiglia di leoni che sul campo si fa notare e si fa applaudire. Grazie TEO.

9 A UDINE che ritrova la serie A dopo 16 anni. Bravo il milanese VERTEMATI a vincere un campionato dopo essere  trattato spesso male, bravissimo il presidente Alessandro PEDONE e, con lui, naturalmente, il manager GRACIS.

8 Alla REYER se davvero entrerà nei play off con la stessa grinta che ha sbriciolato la debole difesa di Trieste, nella notte dei grandi rimbalzisti cominciando da KABENGELE.

7 Al BULLERI che non si ferma più con questa SASSARI che  forse non arriverà ai play off ma intanto lascia cicatrici su avversarie che se la godevano  stando più in alto nella classifica.

6 A MARTELLOSSI che nelle Visioni vere sul basket ci ha ricordato due grandi allenatori come Mario DE SISTI e Riccardo SALES.

5 Alla SEGAFREDO e all’ARMANI se sperano di farsi perdonare per la loro Eurolega da dopolavoro dopo le ultime partite quando la Vu nera, dopo aver castigato l’anemica cugina italiana, ha fatto soffrire il Barca, e l’Armani ha messo in mutande Pablo Laso e il Baskonia distrutto.

4 A DELL’AGNELLO se dovesse deprimersi per aver perso con RIMINI la volata contro UDINE perché adesso dovrà dimostrare a CANTÙ, CIVIDALE e altre pretendenti che la sua avventura non è finita.

3 Ai POCHI che ancora non hanno comperato il libro di PETERSON e ZAPELLONI sull’ Olimpia, “Cento storie più una” che non è il primo posto nelle vendite su AMAZON perché è proprio così.

2 A SCAFATI e PISTOIA che sembrano rassegnate sul fondo della classifica. Hanno sbagliato tanto, ma forse la corsa non è ancora finita anche se VARESE è forse più salva della NAPOLI che si è incagliata di nuovo sulle  stesse rocce come ad inizio stagione.

1 A SARR talento vero scippato dal BARCELLONA al nostro basket (sarà un caso?), perché in questa guerra per la sua festa americana, la fuga, stanno litigando già in troppi e in mezzo si è messo pure POZZECCO che forse dovrà cambiare sponda se il ragazzo in estate preferisse le sirene statunitensi alla maglia azzurra.

0 A PETRUCCI se  non riuscirà a convincerci con i fatti che il nostro basket è pronto a risorgere, se l’ottimismo  che ci consiglia dopo l’intervista su BM non verrà aiutato da vere scelte per cambiare le cose, nella speranza che in serie A le squadre abbiano ben più di 6 giocatori italiani a referto e quasi uno sul campo. Ascolti prima di benedire.

 

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