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Giochi Olimpici

Goggia o Brignone?

Stefano Olivari 17/02/2022

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Sofia Goggia, splendido argento nella discesa libera olimpica, ha esagerato nel descrivere la gravità del suo infortunio di 23 giorni prima: Maria Rosa ‘Ninna’ Quario ha osato dire l’indicibile (lo ha anche poi scritto sul Giornale). La madre di Federica Brignone, che fra l’altro poche ore fa ha vinto il bronzo nella combinata dopo avere conquistato l’argento nel gigante, ha l’asterisco di essere per l’appunto la madre di Federica Brignone, i cui rapporti con la Goggia sono spesso stati cattivi. Ma questo non toglie che abbia toccato un nervo scoperto dei media: quello del recupero fisico miracoloso da vendere al tifoso da divano, che si stira andando verso il frigo a prendere una Sprite.

La Quario, a sua volta ottima sciatrice (4 vittorie e tantissimi piazzamenti negli slalom di Coppa del Mondo fra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli Ottanta), parla da madre di campionessa sottovalutata, secondo lei, ma anche con cognizione di causa. Poi il referto stilato da medici, e non dalla Goggia, parlava di distorsione al ginocchio sinistro con lesione parziale del legamento crociato, piccola frattura del perone e sofferenza muscolo-tendinea. Difficile affermare che la Goggia abbia inventato l’infortunio, anche perché al SuperG ha rinunciato davvero, possibile sospettare che ne abbia ingigantito la portata per guadagnarsi un po’ di vetrina in più.

Di certo un’atleta infortunata gravemente non può fare ciò che ha fatto la Goggia, ma non è questo il punto. Il punto è che Giochi Olimpici nella sostanza invisibili, per gli orari in cui sono stati trasmessi in Europa (ma sono andati malissimo anche negli USA, che televisivamente li hanno sempre amati), che di questi sport è il motore, avevano un disperato bisogno di eroi e di eroine. Perché quindi non cavalcare l’idiozia del recupero miracoloso che nel giornalismo calcistico è quasi l’entry-level, insieme al vecchio campione che non si arrende e all’allenatore guru? Variante da studiare anche la opposta, cioè quella del malato immaginario, con il direttore sportivo che imbecca il giornalista per suggerire al popolo bue che quel giocatore convalescente e in scadenza di contratto tiri indietro la gamba, un po’ mercenario e un po’ fighetta.

La Goggia sarà anche egocentrica e avrà anche leggermente pompato la gravità della situazione, ma questo non toglie che anche da sanissima la sua sia una medaglia pesante e soprattutto che in un’altra situazione avrebbe avuto meno spazio mediatico. In questo senso Tomba cancellava un superfenomeno come la Compagnoni, che di infortuni drammatici ne aveva da vendere. Goggia o Brignone?

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