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Il miracolo della Tesla

Stefano Olivari 02/07/2020

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La Tesla ha venduto più auto nel secondo trimestre del 2020 di quanto abbia fatto nel primo, nonostante tutto quello che è successo nel mondo e negli Stati Uniti: 90.650 veicoli consegnati per l’azienda di Elon Musk, compresa la nuova Model Y (trainante così come la Model 3), contro 88.400. In un anno normale sarebbe una notizia normale, nel 2020 questi numeri paragonati alle tendenze degli altri costruttori sembrano quasi un miracolo e comunque vanno sempre asteriscati, visto che sono dichiarazioni della stessa Tesla.

Certo è che le misure anti-coronavirus hanno costretto Tesla a chiudere per quasi due mesi (dal 23 marzo all’11 maggio) la sua unica fabbrica negli Stati Uniti, a Fremont (California), riaperta quasi di forza da Musk, che aveva definito ‘fasciste’ queste misure e che per questo era stato dal giornalista collettivo inserito per la prima volta nel file ‘trumpiani’. Nel secondo trimestre del 2019 le vendite di Tesla erano a quota 95.365, quindi in questo senso si può parlare di calo del 5%, che però al confronto di quello degli altri è quasi un trionfo per un’azienda innovativa e fortemente legata alla figura del fondatore, con tutti i pro e i contro del caso.

In ogni caso è assurdo che Musk venga trattato, soprattutto dai media europei, come quegli inventori che andavano da Enzo Tortora a Portobello, sfaccendati convinti di avere inventato il metodo per non ungersi con l’olio o per non rovinare le setole dello spazzolino. Alle quotazioni attuali di Borsa la Tesla vale circa 210 miliardi di dollari, più della Toyota, quindi di quello che era considerato il costruttore di auto con il più alto valore di mercato nel mondo.

Viene costruita in California, a Shangai e presto lo sarà anche a Berlino. Non un’auto di massa (personalmente non la compreremmo mai, per la scomodità del rifornimento, a meno che l’auto elettrica diventi obbligatoria) ma di sicuro un’auto che ha creato intorno a sé un clima di curiosità ed un’immagine moderna, qualsiasi cosa voglia dire.

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