Il Milan verso il lusso e Allegri

28 Settembre 2019 di Indiscreto

Il Milan è in vendita con almeno un anno di anticipo sul previsto: a LVMH, il gruppo francese del lusso di Bernard Arnault, come scrive oggi in un dettagliato articolo Repubblica, ad Alisher Usmanov, miliardario russo azionista di minoranza dell’Arsenal come ci dicono da tempo, a Urbano Cairo come sogna Urbano Cairo, o in ogni caso al migliore offerente come è logico che sia quando il venditore è un fondo di investimento, con capitali suoi e di altri (sugli ‘altri’ non approfondiamo).

Non addentriamoci nelle cifre, in queste operazioni sono a volte false e sempre parziali, essendo le operazioni fra soggetti che possono triangolare in ogni parte del mondo meglio di quanto facciano Piatek e Suso. Secondo Repubblica, nell’articolo di Enrico Currò e Luca Pagni, il gruppo francese definirà tutto entro la fine di questa stagione, con Massimiliano Allegri allenatore-manager scelto come uomo della ricostruzione.

Nella nostra miseria aggiungiamo che la vicenda del nuovo San Siro ha reso ufficiale questa fretta di Elliott di liberarsi del Milan: nella serie A di qualche anno fa il quarto posto sarebbe stato uno scherzo, in questa stagione è invece quasi un’impresa per una squadra con qualche buon talento di prospettiva ma che non può ragionare come l’Udinese.

Diventa quindi vitale avere uno straccio di progetto approvato (e chi se ne frega se in futuro qualcuno lo bloccherà), per vendere un club con significative prospettive immobiliari: la tensione di Scaroni, e la sua ispirazione nel descrivere l’area di San Siro come “un non luogo” (una stupidaggine, come sa chi ci risiede: in questo non luogo i prezzi delle case sono fra i più alti di Milano), ha le sue radici in questa situazione. A dirla tutta, l’Inter in questa complessa vicenda è stata abbastanza gregaria e Zhang non si ammazzerebbe se si dovesse ripartire dallo 0-0.

E l’esonero di Giampaolo? Nonostante le varie voci, addirittura sul ritorno di Gattuso, non lo vediamo vicino e non soltanto per i segnali di vita mostrati dal Milan a Torino. Se la linea è quella di valorizzare il Milan con i progetti immobiliari, con la sua storia e con il brand Milano, e questa è senz’altro la linea, è sufficiente che la squadra in questa stagione arrivi a giocare un calcio decente. Giampaolo ce la può senz’altro fare, anche se il bonus del ‘maestro di calcio’, datogli dai giornalisti che fanno gli allenatori frustrati, sta scadendo.

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