Il marchio a fuoco della Merkel

25 Settembre 2013 di Biro

Nel quadro del contenimento dei costi, il direttore di Indiscreto mi ha affidato questa rubrica ad uscita variabile su animali e dintorni: tanto il Gourmet me lo dovrebbe dare lo stesso e poi nessuno avrebbe il coraggio di mettersi a litigare con un gatto anziano (11 anni e mezzo) e sieropositivo come me. Nessuna pretesa, solo qualche notizia che negli ultimi giorni mi ha colpito. Non sono un animalista, ma un animale.

1. Iniziamo con una statistica, che fa tanto Ballarò. Secondo l’Eurispes circa il 55% delle famiglie italiane (quindi 13,2 milioni su 24, se la vecchia Casio trovata nel cassetto fa giusti i conti) ha in casa un cane o un gatto. Un numero enorme, che dovrebbe indurre a parlare di animali uscendo dalla dicotomia storia strappalacrime-maltrattamenti che viene biecamente usata per attirare le anime belle. In altre parole, un gatto vale come un essere umano? Uno dei prossimi mercoledì pistolotto sull’antispecismo, freschi della lettura di Peter Singer.

2. Intanto solidarietà ai gatti peruviani, messi sulla griglia e mangiati in occasione della festa di Santa Efigenia, a La Quebrada. Non è che il pollo o il manzo siano più meritevoli di essere grigliati, non pretendo una corsia preferenziale per i gatti. Volevo solo sottolineare che la linea difensiva degli organizzatori di questa tragica pagliacciata è quella che in Italia si usa per difendere i vari Palii e altri giochetti di paese: la tradizione. Una tradizione fra l’altro inventata, visto che la festa è stata fatta resuscitare nel 1994 dopo oltre un secolo di oblio. Lo abbiamo scoperto leggendo il sito di Fox News, in cui si spiega che questa santa (sorvoliamo sulle religioni, poniamo per ipotesi che siano una cosa seria) è molto popolare presso i peruviani di origine africana (il direttore sta dicendo ‘Julio Cesar Uribe‘, non capisco cosa voglia comunicarmi: sarà come il ‘Rosebud’ di quarto potere?) e che nel 1994 è stata istituita questa festa proprio per onorare gli antichi schiavi. Sì, ma in Sudamerica in catene mica ce li hanno portati i gatti.

3. In cambio di due scatolette e mezzo di umido al giorno e di qualche croccantino, il direttore pretende che io usi termini che attirino gente (e che gente) dai motori di ricerca. Mi ha fatto l’esempio di ‘Zoofilia gratis’, penso di avere afferrato il concetto. E così riprendo (ma no, non sono un giornalista: il termine esatto è ‘copio’) una notizia dell’Huffington Post che riguarda un soldato di Fort Bragg, in North Carolina. Questo soldato e sua moglie, 23 anni, sono stati arrestati per la diffusione di materiale osceno e sesso con animali. In pratica lei faceva di tutto e di più con vari cani, mentre il cretino invece di fare sesso con la moglie filmava il cane. Ecco, questo l’avrei mandato in Siria e disarmato. E magari anche la moglie la pensa come me.

4. E’ andata anche peggio ai due cani che vivevano con il principe William (il nipote di Elisabetta, figlio di Diana, il marito di Kate, il cognato di Pippa), da non confondersi con il discontinuo Willian, ai tempi del suo servizio come elicotterista presso una base della RAF. Leggo sul Sun che i due animali sono stati abbattuti senza un vero perché, dopo una vita comunque difficile. Non occorre essere un etologo per sapere quanto i rumori terrorizzino gli animali e anche se questi cani non erano assegnati ad artificieri di certo non hanno avuto una vita tranquilla. Uno è stato soppresso perché troppo vecchio, l’altro perché troppo irrequieto. Per me da oggi RAF significa solo Self Control. O battito animale, al limite.

5. L’animalismo è di destra o di sinistra? Annosa questione, come quella sulle opinioni politiche di Tex (senz’altro di destra, ma la sinistra vuole avere il monopolio della lotta per la giustizia: gli altri tutti cattivi ed egoisti). In Germania ci sono pochi dubbi: sinistra. Alla vigilia delle elezioni finite con il trionfo della Merkel la protezione animali locale ha infatti inviato un questionario alle principali forze politiche del paese, con domande precise sui temi più vari, dal marchiamento a fuoco dei cavalli alla revisione della legge sulla caccia. Risultato: CSU-CDU (la coalizione della Merkel) a favore dello status quo, liberali anche, favorevoli alle riforme i socialdemocratici e favorevolissimi quelli della Linke. Non interpellata l’estrema destra, che in Germania su questi temi non è troppo distante dalla Linke. Cosa vorrà dire?

Biro, in esclusiva per Indiscreto 

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