Il Golflash di Toni Santagata

6 Dicembre 2021 di Paolo Morati

Siamo abbastanza ‘grandi’ da ricordarci di Golflash, la trasmissione che alla fine degli anni Settanta ed inizio Ottanta mostrava i gol della domenica di campionato (perché all’epoca si giocava solo di domenica e alla stessa ora) sul Secondo canale della RAI. Trasmissione che aveva come sigla la storica Squadra grande di Toni Santagata, scomparso in questi giorni. E che noi vogliamo ricordare proprio parlando di questa canzone, molto più lunga in realtà rispetto al frammento suonato in TV, e che raccontava il mondo del tifo più semplice.

Partendo da quel “la domenica mi tieni compagnia”, cosa non più vera visti i calendari iper spezzati, Santagata ricordava però che la squadra è anche “lo sfogo alle amarezze”. E qui diceva una grande verità, considerata l’abitudine di molti di iniziare il lunedì con un atteggiamento più sereno grazie alla vittoria in campionato, magari ricordando “che bellezza quando dribbli e vai in goal!”. Ecco il dribbling, una giocata rara e di pochi, almeno come lo intendiamo noi tra serpentine e finte con il pallone attaccato al piede.

E ancora, il saper risvegliare la fantasia, lo scatenare le emozioni, e il ricordo del calcio giocato con gli amici a perdifiato per strada (un vialone nel caso della canzone di Santagata) in libertà. Qui si fermava l’ascolto, ma le strofe raccontavano l’avventura di chi andava allo stadio dopo aver addentato un panino, le migliaia di persone, il ruolo di tamburi, la radiolina attaccata all’orecchio per sapere gli altri risultati, l’attesa del ritorno a casa per vedere  la moviola su un rigore concesso… ormai superata dalle mille telecamere al servizio del VAR.

Poi Toni Santagata è stato anche altro, autore popolare (tra le altre la sua Quant’è bello lu primm’ammore, dove si usava la scandalosa parola ‘corna’) e primo volto del Dirigibile (la cui sigla era poi stata inserita come retro proprio di Squadra grande), trasmissione per bambini che seguivamo il pomeriggio sul Primo canale. Insomma, non conoscerne almeno il  volto sarebbe una colpa o perlomeno una distrazione, che l’uomo Indiscreto non potrebbe perdonarsi.

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