Calcio
Il gol di Elkjaer senza scarpa
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2024-10-14
Sono passati 40 anni da uno dei gol più famosi nella storia della Serie A, quello segnato da Preben Elkjær Larsen, per tutti Elkjaer, il 14 ottobre 1984 alla Juventus con la maglia di un Verona che di lì a pochi mesi avrebbe vinto uno scudetto incredibile. Con una squadra di scarti, sia pure di lusso, dei grandi club e che in molti casi (Fanna, Marangon, Tricella, Garella, Galderisi) in grandi club sarebbero tornati, integrata da giocatori medi e due stranieri di alto livello come Briegel e appunto Elkjaer. Situazione diversa da quella del Cagliari 1969-70, pieno di nazionali, o della Sampdoria 1990-91 che pagava i suoi campioni più di quanto li avrebbe pagati il Real Madrid.
Il gol di Elkjaer, dicevamo. Quinta giornata di campionato, con la squadra di Bagnoli già in testa con 7 punti, uno in più di Fiorentina, Torino e Sampdoria, due in più rispetto a Inter, Juventus e Milan (sarebbe ora di tornare ai 2 punti a vittoria, perché nessuno ne parla?). Chi si lamenta oggi dei calendari forse non sa che il giorno prima, quindi il sabato, Platini aveva giocato con la Francia in una partita di qualificazione per i Mondiali 1986: 4-0 al Lussemburgo con anche un suo gol. In situazioni del genere gli allenatori dell’epoca optavano quasi sempre per la doppietta, come ben ricordano Collovati e Baresi, ma Trapattoni all’ultimo momento decise che il fuoriclasse francese sarebbe partito dalla panchina.
Non lo sostituì però con Vignola, ma giocando con un difensore in più, in quel caso Caricola, messo a marcare (!) Marangon, assegnando a Bonini la maglia numero 10. Pure trapattonate, con il risultato che il Verona dominò, sia nel primo tempo sia nel secondo quando Platini entrò al posto di Rossi. E dopo il gol di Galderisi arrivò a 9 minuti dalla fine quello di Elkjaer, un manifesto della potenza e della classe del danese, che andò via di forza a Pioli, perse la scarpa destra sull’intervento dell’attuale allenatore dell’Al-Nassr, continuò rientrando in dribbling su Favero e batté Tacconi con un destro, quindi con il piede senza scarpa, imparabile. Nessuno pensava che il Verona avrebbe vinto lo scudetto, ma quello è rimasto IL gol dello scudetto.
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