Il film di Giorgio Porcaro

7 Gennaio 2022 di Stefano Olivari

Mariano Laurenti è morto a quasi 93 anni e non ha bisogno di rivalutazioni postume: come regista specializzato nella commedia è stato un maestro dei musicarelli (I ragazzi di Bandiera Gialla il titolo cult), delle parodie (molto Franco e Ciccio), della commedia sexy (con lui Gloria Guida al top) e di altri sottogeneri, fino a sdoganare Nino D’Angelo. Di Laurenti vogliamo però ricordare in questo post un film che in televisione passa poco (lo si può comunque trovare su You Tube), che poi sarebbe anche l’unico film decente del dimenticato, oltre che defunto, Giorgio Porcaro: Si ringrazia la Regione Puglia per averci fornito i milanesi.

Si tratta dell’unica vera apparizione da protagonista del comico nato a Benevento ma milanese di adozione, che da quasi mezzo secolo accende le discussioni: il personaggio del terrunciello l’ha inventato lui o Abatantuono? Perché tutti sanno che a portarlo al successo è stato Abatantuono, ma da un punto di vista cronologico il primo a proporlo, nel 1977, fu proprio Porcaro, come tanti emerso al mitizzato Derby di via Monterosa, in uno spettacolo scritto da Jannacci e Beppe Viola. La storpiatura di un dialetto non era esattamente qualcosa di inedito, ma nel terrunciello c’era molto di più: desiderio di essere accettato, arroganza, inconsapevolezza, attualità orecchiata.

Comunque Si ringrazia la Regione Puglia per averci fornito i milanesi è da sballo: Boldi al massimo, Teocoli nella parte oggi impossibile del finto marocchino, particine per Faletti, Guido Nicheli e Jimmy il fenomeno, senza dimenticare Manuela Gatti, Mirella Banti ed Eleonora Vallone. La trama è oltre il delirio, con Porcaro che si finge Mogol, con tanto di finta telefonata a Battisti, per conoscere il grande imprenditore Max Bernasconi (a chi sarà stato ispirato?), cioè Boldi. Il film non ha vinto 11 Oscar e neppure un Leone d’Oro, ma con le sue decine di scene per devoti (per noi la distruzione della terronissima 128) è una sintesi meravigliosa di un tipo di comicità che forse funzionava meglio a teatro.

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