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Il Fair Play di Rino Tommasi

Stefano Olivari 08/06/2020

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Fra le mille repliche imposte dalle note circostanze Sky Sport ha tirato fuori una trasmissione indimenticabile ed emozionante dei primi anni Novanta, Fair Play. Ideata e condotta da Rino Tommasi, con la partecipazione fissa di Giampaolo Ormezzano, altro non era che una discussione fra persone competenti, centrata sugli aspetti organizzativi dello sport. Cosa avrebbero detto dell’algoritmo?

Detto così sembra poca cosa, ma in realtà Fair Play già all’epoca (stiamo parlando di Tele+2, antenata in linea diretta di Sky Sport) si distingueva dalla massa di chiacchiere insensate, seguendo l’ideologia di Tommasi secondo cui raramente un atleta ha qualcosa di interessante da raccontare. Per questo lui non amava le interviste, soprattutto quelle a personaggi che conosceva benissimo. Per questo gli ospiti erano quasi sempre dirigenti e giornalisti, per questo non c’era il pubblico in studio ad applaudire a comando.

Sky ha riproposto la puntata con Biagi e Bocca (diciamo Biagi e Bocca come se un giovane di oggi sapesse chi erano, diamo troppi riferimenti per scontati), fra l’altro una delle meno riuscite anche se vivacizzata da un Gianni Clerici in formissima sul tema ‘Giornalismo sportivo, giornalismo di serie B’. Molto migliore quella con Paolo Galgani, per oltre vent’anni presidente della Federtennis e nemico giornalistico (ma amico nella vita, il tennis è un piccolo mondo) di Tommasi e Clerici.

Abbiamo detto che già all’epoca Fair Play era una perla rara e non è un caso che, telecronache a parte, fosse diventata l’isola felice di Tommasi dopo che a Tele+ era approdato come direttore Aldo Biscardi, cioè quanto di più lontano ci fosse da lui (che infatti, spalleggiato dalla redazione, ne osteggiò l’arrivo), in concomitanza, era il 1993, con l’era dei primi posticipi di Serie A da mandare sulla pay-tv. Da ricordare che l’uomo forte dell’azienda era, ai tempi, Silvio Berlusconi, pur detenendo formalmente solo il 10% delle azioni (il resto era dell’amico Kirch e dell’allora alleato Cecchi Gori), un Berlusconi che con Tommasi aveva un rapporto particolarissimo e che nel 1981 lo aveva voluto come capo dello sport di Canale 5.

Insomma, si sarà capito che ci siamo goduti gran parte del Tommasi & Clerici Day su Sky Sport Arena, comprensivo anche di alcune telecronache: abbiamo registrato e stiamo centellinando Agassi-Ivanisevic di Wimbledon 1992. E abbiamo avuto la stessa impressione di quando li seguivamo avidamente da giovani: mai, e ripetiamo, mai, Tommasi e Clerici hanno trattato il telespettatore o il lettore come uno stupido a cui vendere qualcosa.

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