Il Dna della Germania

18 Giugno 2010 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
L’incubo del marketing Fifa sta prendendo corpo: ottavi di finale con meno grandi tradizionali del previsto e con quasi nessuna africana. Di sicuro Germania e Inghilterra dovranno nell’ultima partita del loro girone battere Ghana e Slovenia, se vogliono evitare rischi, mentre la Francia è praticamente fuori e la Spagna non se la sta passando bene. Delle aspiranti al titolo che hanno già disputato la seconda partita finora solo l’Argentina ha timbrato il cartellino. Tutte considerazioni ovvie: del resto in questo mese ci siamo imposti di parlare solo di calcio, un piccolo regalo che ci siamo voluti fare a dispetto del marketing editoriale (un modesto articolo su Allegri o Coutinho pagherebbe di più), e il calcio giocato porta a dire ovvietà. Che però ci scaldano il cuore più del valzer dei portieri. 
L’Inghilterra è stata la peggiore Inghilterra della gestione Capello, senza ombra di dubbio. Come al solito priva di centrocampisti di costruzione (Barry invece di Milner, rispetto all’esordio con gli Usa, ha avuto il deleterio effetto di spostare ancor di più Gerrard verso sinistra), la squadra non ha quasi mai trovato quelle triangolazioni che sono da sempre alla base del credo offensivo dell’ex Campione d’Italia (nel senso sia di scudettato che di residente). A destra Lennon ha funzionato poco e Wright-Phillips è entrato quando i compagni erano tutti calati fisicamente, mentre a sinistra Ashley Cole ha avuto cuore ma non ispirazione fino alla fine. Il risultato è stato che Rooney è andato a prendersi palloni giocabili a centrocampo, riuscendo a tirare solo da distanze da Mark Lenders prima di farsi male, mentre la sola presenza di Heskey spiega quale sia la povertà in attacco per i passaportati inglesi (potrebbero trovare un nonno di Chorley alla moglie di Amauri). La tensione ha tolto sicurezze anche a gente dura come Carragher e Terry, mentre il ripescato James ha portato mediaticamente a casa la pelle anche perchè mai l’Algeria ha creato pericoli. Saadane ha impostato una partita di contenimento, dando più libertà a Ziani rispetto alla brutta prova contro la Slovenia. La difesa a tre, con Yahia chiamato agli interventi più difficili, ha sofferto e rischiato nelle tante situazioni di confusione ma non ha mai avuto problemi di posizione. Molti i contropiede manovrati, appoggiando la palla su Matmour, ma pochissima qualità complessiva.
Difficile che questa Algeria possa salvarsi contro i rabbiosi Stati Uniti visti con la Slovenia. Sotto di due a zero nel primo tempo, più per cattive scelte dei centrali difensivi DeMerit e Onyewu (non usciti sul tiro dell’ottimo Birsa e tagliati fuori sul raddoppio di Ljubjankic) che per inferiorità di gioco, hanno reagito in maniera impressionante. Un centrocampo di qualità, con Donovan scatenato sulla destra e il figlio del c.t. a costruire, aveva offerto parecchio al confusionario Findley e al grezzissimo Altidore, ma solo nel secondo tempo gli Usa hanno raccolto con un destro di Donovan e un grande tocco di Bradley su torre di Altidore. E avrebbero anche vinto con merito se non fosse stato annullato un gol regolarissimo a Edu, per il più classico e inesistente dei falli di confusione. A questo punto la situazione nel gruppo C sugerrirebbe che una disperata Inghilterra può battere la Slovenia ed andare agli ottavi con gli Stati Uniti che hanno tutto per piegare un’Algeria modesta più nell’atteggiamento che nelle qualità tecniche.
Parlando di nazionali, non si resiste alla tentazione di tirare fuori da soffitte polverose concetti scientifici come ‘Il Dna della Germania’. Evitando di ricordare l’origine di molti dei 23 di Low, va detto che a Port Elizabeth (ma noi ovviamente eravamo a Baggio a forgiare finte corrispondenze dal posto per alcuni dei giornali che leggete) si è vista la Germania orgogliosa e fiera di tutte le grandi rimonte della sua storia. Solo che stavolta la rimonta non è riuscita, anche perché per 55 minuti c’è stata inferiorità causata dall’assurda espulsione di Klose. Questo non ha impedito ai tedeschi di tenere per tutto il secondo tempo la Serbia nella sua area di rigore a difendere il gol di Jovanovic (il migliore anche nel tragico esordio con il Ghana). Senza Klose la nostra mossa da compitino sarebbe stata quella di accentrare Podolski e arretrare Ozil, ma Low è stato geniale nel tenere Podolski tendenzialmente a sinistra e nel mettere Ozil ancora più avanzato a fare da sponda per tutte le triangolazioni. Le occasioni tedesche sono impossibili di contare, senza ricordare Vidic che ha tentato di superare il Kuzmanovic con il Ghana nella corsa al fallo di mano da rigore più folle. Podolski ha sbagliato il rigore e anche altre cose, poi l’entrata in campo di Cacau e Gomez ha minato gli equilibri e con affanno la Serbia ha salvato la pelle. Prima di giocare al piccolo matematico meglio guardare Ghana-Australia, ma la Germania è in una brutta situazione. E con pochi demeriti, al contrario di Inghilterra e Francia. Dopo ventitre partite e mille notizie lette stiamo iniziando a dare segni di squilibrio, ma il bello deve ancora cominciare.
stefanolivari@gmail.com
(apuuntamento a dopo Camerun-Danimarca)

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