Il diario di Galleani

7 Marzo 2022 di Oscar Eleni

Oscar Eleni a piedi scalzi davanti allo studio del veterinario che abbatte l’amata cagnolina cieca, sentendosi davvero uno zero che cammina se davanti alla maledizione della guerra, della cattiveria, dei veleni nel mondo truccato, pensa di essere assolto per questa commozione tutta personale. Hanno fatto bene a chiudere il Viper Club di Hollywood dove Johnny Depp era mastro di chiavi, perchè era in posti come quelli che andava il mefitico esercito degli ipocriti, noi in testa, una schiera che comprende politici e prelati, quindi anche lo sport malaticcio che pure ha messo in campo crociati veri, certo più veri di quelli che pensano di risolvere tutto con l’esclusione, salvo sperare di aprire porticine appena chi comanda davvero, insomma chi dà i soldi, lo ordinerà.

Prendete il “magico” mondo del basket di eurolega che Ettore Messina, guadagnandosi sicuramente la scomunica con conseguenti accanimenti arbitrali, ha definito pilatesco dopo aver annunciato che le squadre russe sono sospese, ma a metà marzo, forse, quando la guerra avrà già distrutto case, città, famiglie, forse ci ripenserà. D’altronde questi politici dello sport sono grandi acrobati. L’Eurolega aveva assegnato per fine maggio a Berlino la finale della nostra NBA continentale, più vera anche per assatanati delle triple doppie. Poi, all’improvviso, mentre i tedeschi si tiravano indietro, ecco l’assegnazione della finale a Belgrado dove, si dice, sussurrano, hanno applaudito gli invasori, tanto loro sanno bene di cosa si tratta, inneggiando anche al polonio che, in molti casi, in certi Paesi, serve a selezionare i vivi consenzienti dai morti protestanti. Siamo sbalorditi.

Stupido è chi stupido fa, diceva Forrest Gump. Allora perché stupirsi se le russe sono sulla ciclabile in attesa di una bomba per tornare e la Stella Rossa Belgrado ha fatto sapere che, contrariamente a molte società, partendo dalle tedesche, non rinuncerà ai soldi che arrivano per la scritta Gazprom sulla maglia. Strano che Belgrado non chieda per i prossimi mondiali di atletica indoor dal 18 al 20 marzo una soluzione per mandare in campo i russi congelati, magari senza la maglia che indica vittoria e carrarmati esibita dal ginnasta russo al vincitore ucraino nel quasi rifugio asl caldo africano. Certo che siamo abituati a tutto, alle vergini dei candidi manti del pallone che si fanno i dispetti in una Lega quasi dimenticata da chi sogna sempre la Superlega. Intossicati dalla brigata Pilato, dal manipolo sparso dei farisei che fanno marciare a 40 gradi, pronti a  rivedere tutto, basta che la tivù abbia le immagini che servono ad occupare gli spazi per buttare dentro la pubblicità, tipo quelle che in gramaglie parlano di morti e di guerra e poi ogni tre minuti ti sparano uno spot pieno di sorrisi e vanità.

Con questa amarezza dentro abbiamo maledetto anche chi faceva il proprio mestiere nella diretta Eurosport a Masnago non facendoci sentire cosa diceva Sandro Galleani alla gente di Varese nel giorno in cui è entrato a far parte, chi lo meritava più di lui o del Cattaneo a Milano, dei medici che da Bologna a Treviso, Pesaro,Roma, Siena, Cantù, della casa per la gloria nei tempi della società portata ai massimi dai Borghi e dalla Ignis e poi  riportata fra le stelle, dopo i Girgi, dai Bulgheroni. Bello che fosse proprio il Toto ad officiare il rito nella Masnago dove i cronometri facevano le bizze. Questo Galleani che ha un bel diario da far conoscere al basket, al ciclismo che lasciò per seguire “quei grandoni”, allo sport perché in quelle pagine c’è tanta storia, ci sono molti studi, un lavoro che ricorda ogni intervento, ogni fase della sua vita al servizio  dell’idea che i successi cominciano in spogliatoio. È ancora giovane dentro il nostro Sandro, che alla premiazione ha voluto di fianco la sua meravigliosa compagna a cui  deve tanto, certo più giovane di noi che siamo nati come lui nel 1944, ma il  4, un giorno dopo, insomma figli delle bombe, ma non soltanto.

La storia del fabbro che lavorava nella milanese via Casati, rubato alle scintille dal Gianni Motta, campione del ciclismo, che col  Galleani correva e scambiava massaggi canforati prima della gara come usava fra i dilettanti. Ricordando quelle mani che davano calore il Gianni lo volle alla Salvarani, cedendolo a malincuore alla nazionale su pista da dove fu poi rapito perché il dottor Modesti, pure lui transfuga dal ciclismo al basket, suggerì a Giancarlo Gualco di prendere quel giovanotto nato vicino a Gorgonzola. Accordo sofferto, ma poi fu matrimonio per la vita, come con la Nazionale, da Primo a Gamba che gli aprì anche le porte dell’America nei viaggi con Azzurra da emancipare ma certo con più talenti di oggi, al Tanjevic bellissimo di Parigi con i giovani banditi, alcuni dei quali venivano proprio dalla Varese del Galleani. Speriamo che Vanetti o Sciascia trovino il tempo per farcelo conoscere questo diario, perché Galleani merita un libro, ha bisogno di raccontare la sua bella storia.

Ora pagelle, forse nell’ultima giornata di quiete per l’Armani e Messina, viste le grandi manovre della Virtus che aggiungendo Hackett sulla trincea migliorerà una difesa che fa venire l’ulcera non soltanto a Scariolo e Zanetti. Certo anche Milano avrebbe potuto risparmiarsi questa stagione di sofferenza, di grande valore spirituale e anche di risultati, se, avendo compreso di avere sbagliato al centro e non soltanto, avesse trovato chi poteva dare sollievo vero ad Hines e Melli. Non lo hanno fatto. Sono primi in campionato, terzi nell’eurolega, pretendere di più sarebbe da masturbatori nel burlesque cestistico, ma non pensavamo che Messina amasse i digiuni nel deserto, la fustigazione pregando su chicchi di riso. Chi lo conosce dice che sa anche sorridere. Buona fortuna adesso che parte per le crociate europee andando nella casa del  Real Madrid che le ha prese in casa, terza sconfitta in poco tempo, dal Baskonia che vive nella sofferenza, cadendo come il Barcellona punito a Valencia.

10 A VARESE per i risultati, per aver fatto entrare GALLEANI e i suoi ricordi, dal Cappellini in su, nella casa della gloria di una società stellare.

9 A BALDASSO e LAQUINTANA per i messaggi che hanno mandato a chi li lascia spesso ai margini della festa. Il risultato è forte, emblematico per chi preferisce mercenari a prescindere, basta che non siano di questa scuola, ora speriamo sia pure duraturo.

8 A SASSARI per aver riconfermato Il BUCCHI entrato ora fra le prime otto e dichiarata mina vagante del campionato, perché Sassari nei play off non sarà soltanto spettatrice.

7 A MAGRO nella nostalgia, per giornate in Fontebranda o fra le Pantere provocata dall’arrivo in piazza del Campo a Siena della corsa ciclistica Strade Bianche vinta dal fenomeno sloveno Pogacar. Il suo capolavoro con Brescia non ci fa dimenticare che fu lui a portarci al pronto soccorso quando una fistola maligna annunciò l’inizio dei nostri viaggi in sala operatoria.

6 A Nico MANNION per la prima doppia doppia nel nostro campionato. Tanti guai, tanta fatica, ma abbiamo riconosciuto il figlio di Pace, ci scusi la madre pallavolista, per  il messaggio mandato quando nella Virtus affamata di grande europea è arrivato Hackett.

5 Per ALVITI che contro Tortona ha forse fatto capire che vive nel regno degli incompresi, ma certo ammetterà che lui ci ha messo del suo per non vivere fra i giusti e i gusti di Messina.

4 Alla crisi che sembra irreversibile per TRIESTE e TRENTO anche se noi crediamo che Ciani e Molin riusciranno ancora a riportare il sereno fra le nuvole di questi ultimi mesi.

3 A NAPOLI che non fa più dormire sonni tranquilli a Pino Sacripanti. Certo domenica partenope maledetta per calcio e basket al contrario della Milano milanista di Messina e Pioli.

2 Per BRINDISI che sembra aver perso la strada anche se con Gentile pensava di essersi rinforzata. Cadere in casa contro Brescia senza il bomber Della Valle non si giustifica soltanto con l’assenza di Chappel.

1 Alle SOCIETÀ che si sono ritrovate con giocatori infortunati al rientro dalle finestre delle Nazionali se non chiederanno spiegazioni più che danni.

0 All’ULEB che amministra l’Eurolega se non riuscirà a spiegarci  lo spostamento della finale da Berlino alla Belgrado dove chi ha iniziato questa schifosa guerra sembra avere più tifosi di quelli che amano il basket alla sala Nikolic. Pilato al posto di Bertomeu come dice Messina?

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