Il cuore in Sala Borsa

8 Novembre 2021 di Oscar Eleni

Oscar Eleni sulle antiche scale che portano alla Sala Borsa bolognese riaperta per il centenario del nostro basket. Andarci è già emozione, ma se hai la fortuna di avere al tuo fianco custodi della tua anima e dei ricordi più importanti allora sei felice anche se si teme la quarta ondata, anche se intorno è poltiglia di sentimenti, idee e di violenza disumana mentre ci sfiorano asteroidi non visti controsole. Per capire leggo qualche pagina del libro di Lorenzo Sani e ai suoi draghi rispondiamo chiedendo ispirazione dal loro campo più o meno celeste a Piero Parisini, maestro di chiavi, a Beppe Lamberti l’uomo delle rivelazioni notturne in piazza Azzarita, all’avvocato Gigi Porelli che sta spiegando a sua moglie Paola come si può consolare questo viandante sdentato che arriva da Milano, a Gianni Corsolini che sta cercando una scusa anche adesso per farsi ammettere nel Canaglia Club.

Vai via nostalgia canaglia anche se, come diceva Tolstoj, nell’amore non c’è più e meno, ami e basta e non vedi difetti. Lo abbiamo fatto volentieri applaudendo l’Italia del rugby che per 60 minuti ha placcato davvero bene la furia dei tutti neri neozelandesi. Ci siamo goduti l’europeo di nuoto in vasca corta senza britannici, felici per Paltrinieri e lo squadrone che è uscito con 35 medaglie, bellissime quelle del giovane Lamberti, entusiasmanti quelle del trentunenne bomber Orsi e del Razzetti impegnato a riscoprire se stesso. Domenica piena di emozione per rubarci al basket quando Eyeb Faniel, figlio di combattenti eritrei, cresciuto nel Veneto, ha preso addirittura la testa al 25° chilometro nella maratona cinquantenaria di Ney York finendo al terzo posto, riportando sul podio dopo Baldini, oltre 20 anni fa, un  azzurro. Lui lo è dal 2017, 2  anni dopo aver avuto la cittadinanza e aver pulito piscine, cambiato persino allenatore e indossato la maglia dei poliziotti delle Fiamme Oro.

Sembra proprio che questo sport italiano, quello che non accetterebbe mai nella sua vera casa chi pensa alle sconfitte soltanto come danno economico, si sia convertito invece al pensatore indiano che ha ispirato questo 2021 azzurro. Il grande guru ha convinto  tutti quelli che sono andati in campo, nell’ arena, a credere che, anche se in tanti si sono uniti nella festa, persino quelli che hanno dato l’assalto alla diligenza, i molti che hanno chiuso lo sport fuori dal progetto civiltà e progresso, nessuno potrà correre o nuotare per Faniel o Paltrinieri.

Aspettando di capire come faremo a pugni per la quarta ondata, chiedendo in giro come si farà a vivere dovendo pensare al mercato di gennaio del calcio, sicuri che l’astinenza dal Var del campionato non salverà certe panchine, anche adesso che l’icona di Mourinho subisce attacchi come la statua di Colombo, ci teniamo in tasca il francobollo stampato per il centenario del basket e portato a spalla da chi comanda nella sala dei draghi. Speriamo che non ci sia in giro nessun emulo del Charles Ponzi, nato a Lugo, morto a Rio, truffatore esimio che in America hanno considerato  il terzo grande italiano, dopo Colombo e Guglielmo Marconi, perché lui ha fatto scoprire come si fanno i soldi. Siamo sicuri che Petrucci conserverà bene questi francobolli anche se nell’ultima intervista sul probabile cambiamento delle formule e delle regole nei campionati ha  creato qualche dubbio sulla protezione del cestista italico, facendoci riscoprire il furore della GIBA che non accetta di essere considerata il WWF della palla al cesto, impegnata a proteggere una specie considerata quasi sempre meno importante dei lanzichenecchi sul mercato.

Basket che scopre, come dice il Tosi sulla Gazza orgasmica, che le vere rivali per le due regine di Saba , Armani e Segafredo Zanetti, al momento, sono Brindisi, dove ogni anno s’inventano delizie, l’ultima Gaspardo, e Trieste che nel tormento dei no pass ha scoperto che i muli di Ciani e Ghiacci sono addirittura pari alla Virtus Bologna. Diciamo che è troppo presto per separare i buoni dai cattivi, anche se la crisi di Sassari sembra davvero grave e non soltanto perché  Sardara, a fine anno, passerebbe volentieri la mano, come farà il plenipotenziario di azzurra Trainotti deciso a lasciare la Trento portata ai massimi e non soltanto per le due finali scudetto.

Le regine vivono di luce propria, Messina più abile di Scariolo a mascherare con molte delizie le croci che al momento rendono difficile pensare con ottimismo ad una primavera di bellezza. Certo Milano fa grandi cose, belle imprese, è squadra vera anche nel mascherare certe debolezze. Alla Virtus la digestione dei cambi è laboriosa, un po’ come accadde l’anno scorso. Il tempo giudicherà, ci dirà verità che adesso a Varese fanno fatica a capire, che a Pesaro creano malessere anche davanti a dignitose sconfitte come quella con la Virtus, che alla Fortitudo non tolgono l’appoggio di una tifoseria inimitabile capace d’ispirare il giovane Baldasso per la seconda vittoria della stagione.

Pagelle  difendendo il francobollo del centenario che ci serve come carta d’ammissione alla mitica  Borsa bolognese tempio  per un museo in divenire.

10 A VITUCCI e CIANI, allenatori del momento, guide sicure per Brindisi e Trieste. Non siamo stupiti. Dove hanno potuto lavorare hanno sempre fatto cose utili per le società e per il nostro basket.

9 Al MOLIN che in settimana si sente dire di tutto perché Trento europea, come quasi tutte el italiane, ha la schiena fragile, ma poi in campionato cammina dentro il cuore della zona play off. Pazienza, occhio e un po’ di fortuna come diceva Sacchi.

8 Al SACRIPANTI uscito indenne dalla durissima battaglia fra neopromosse con Tortona. La sua Napoli che aspetta il messia Pargo non ha proprio tutti gli dei dalla sua parte, ma lui sa come inventarsi la felicità.

7 Al GAVIO proprietario di Tortona  a cui ha promesso un cittadella dello sport e il palazzo per poter entrare anche in Europa. Era da tempo che al basket non si presentava un proprietario con idee così interessanti, diciamo dai giorni del Palaverde, del Pala Maggiò.

6 A quel matador gentile di RODRIGUEZ che riesce a tramutare pani e pesci nella casa protetta dal rigore di Messina che sa difendere, col co-capitano MELLI, anche i giocatori che non lo meriterebbero, salvo poi cucinarseli nel ristorante della sede al Forum.

5 A GASPARDO e BALDASSO che certo escono da una partita da 9, ma sono due tipi che stanno bene anche nella squadra di chi ama smentire chi li considera già bravi.

4 A VARESE che sembra davvero nel panico e non soltanto perché il Covid la costringe alla zonetta o perché i suoi attaccanti prendono ferri da lontano come il Gentile da 0 su 5. Speriamo che nei progetti del salvatore Scola ci sia anche qualche buona idea per la squadra che adesso deve rinforzarsi.

3 A CANTÙ e UDINE che vanno così bene in A2 perché ad un certo punto dovremo consolare chi resterà fuori dalla promozione per il prossimo misterioso campionato che ci ha promesso il Petrucci.

2 A Bob LANIER, grande del basket NBA  del passato, per aver lasciato andare verso il volley la sua bravissima figlia che oggi ha risvegliato la passione a Bergamo. Lui, come Frosini, Pietrini, Fucka, ha preferito altre reti per mostrare il talento dei figli. Peccato per il basket.

1 Alla madre ex cestista di MICHIELETTO, interista e pallavolista come il padre, nuovo fenomeno  per Trento e la Nazionale, perché questo 2 metri e 11 faceva comodo all’anemico serraglio dei centri del basket già agitato per Azzurra che punta ai mondiali passando per un buon europeo.

0 Al fallo ANTISPORTIVO che rende così difficile far pace con qualsiasi arbitraggio, che ci fa sgridare se lo chiamiamo intenzionale, che allunga ad oltre due ore le partite,  in Italia ed Europa che non ha migliorato il rapporto fra arbitri e allenatori. Un po’ come la grafica anemica delle partite che ti costringe a tenere l’audio per gli urli di chi non tace un secondo vedendo magie dove c’è appena normale bravura ben allenata.

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