Il coraggio di Mancini con Balotelli

8 Novembre 2019 di Indiscreto

Il primo gesto davvero coraggioso di Roberto Mancini da commissario tecnico dell’Italia è stato quello di non convocare Mario Balotelli per le partite con Bosnia e Armenia, nonostante le sollecitazioni del presidente federale Gravina (che non ha il poster di Mancini appeso in camera) e un clima mediatico che dopo i fatti di Verona gli avrebbe portato facili consensi.

Mancini non ha voluto trasformare quello che rimane il (e ‘del’) suo pupillo, la scommessa che prima o poi rifarà anche in azzurro, in una maschera del politicamente corretto, in una sorta di ‘quota nera’ della Nazionale, sul modello degli Springboks. E a quanto si sa tramite i soliti canali, questa è la prima volta in cui Balotelli ha sperato di non essere chiamato.

Spazio quindi a ragazzi che nostra madre non ha mai sentito nominare, come Cistana, Castrovilli e soprattutto Orsolini, cresciuto tantissimo anche di fisico: ad ogni partita sembra più forte. Insomma, questo Balotelli trattato come un handicappato a cui garantire il posto non avrebbe reso giustizia a lui, a loro e ai vari Mandragora, Berardi, eccetera, tutta gente che in queste insulse partite si gioca la carriera.

Guardando alle convocazioni in generale, la considerazione è sempre la solita: lo scarso numero di italiani decenti impedisce la formazione di blocchi (la squadra più rappresentata è la Roma con Zaniolo, Mancini, Spinazzola e Florenzi), il carisma di Mancini la formazione di mafie e liste di proscrizione. Balotelli in questo momento non vale la metà di Immobile e Belotti, punto. Siamo in ogni caso convinti che tornerà ad indossare questa maglia, per riprendersi quello che ha buttato smettendo di allenarsi seriamente dieci anni fa.

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