Il cavallo di Leonardo

4 Aprile 2011 di Igor Lario Novo

di Igor Lario Novo
Bello il calcio allegria. Bello quando vinci 4 a 3. Già quando perdi 4 a 3 diventa un po’ meno bello. Se poi le buschi 3 a 0 dal Milan (peggio ancora: da questo Milan) diventa proprio antipatico. Per gli interisti forse anche qualcosa di più…

Ci viene il dubbio che questo atteggiamento sia funzionale al volere nascondere le proprie lacune tecniche (ormai davanti agli occhi anche del più cieco degli innamorati). Leonardo. Si potrebbe anche dire: non è all’altezza. Si potrebbe provare a essere buoni, come il telecronista della televisione della svizzera romanda, che ha fatto notare come Leonardo desse istruzioni a Chivu subito dopo il primo gol, quando era evidente a tutti come fosse viceversa. Il fatto è che (proprio anche per questo tipo di atteggiamento) non sembra proprio essere un gran che d’allenatore. Ecco. Dice: “Non è che noi non siamo stati capaci. È il Milan che ha deciso di giocare in questo modo.” S’intende: deplorevole, speculativo, indegno. Il Milan ha deciso di giocare nell’unico modo che gli è attualmente possibile (gli riesce anche molto bene). Ma loro, l’Inter, non potevano mica abbandonare il calcio allegria, non diciamo per provare a vincere, ma almeno per provare a non prenderle. O almeno per non fare la magra figura che hanno fatto. No. Insomma. Se il Milan ha deciso di giocare così noi non possiamo farci nulla.
La sintesi del Leonardo pensiero. Noi abbiamo tentato di fare calcio vero. Loro hanno solo badato a vincere la partita (poverini!). Si sono addirittura abbassati a giocare in contropiede. A sfruttare i loro punti di forza e le debolezze dell’Inter. Un mito questo Leonardo. Ma anche potenzialmente molto pericoloso per il futuro dell’Inter, osiamo dire. Perché l’involuzione dello squadrone nerazzurro comincia ad essere preoccupante. Mourinho ha spremuto indubbiamente molto. E sicuramente insistere con giocatori anziani (pensiamo a Javier Zanetti), senza più le giuste motivazioni (pensiamo a Maicon) o magari semplicemente frustrati (vedi Pandev) non aiuta. Però aggiungere anche un allenatore che…va tutto bene, siamo tutti amici, abbiamo perso 3 a 0 dal Milan, ma la vita è bella. Ecco. Probabilmente è scherzare un po’ troppo col fuoco. Uno che ha recuperato molti punti, è vero. Ma ha anche lasciato 9 punti su 9 persi Juventus, Udinese e Milan. Mica bruscolini. È qualcosa che va al di là del perdere un campionato. L’allegria non sempre è sufficiente, insomma. E non sempre gli avversari si suicidano. Con l’attegiamento di Leonardo non è sorprendente che l’Inter manchi nelle partite che contano. Invertire la tendenza potrebbe non essere facile.
Sul suicidio tattico e sull’ingenuità di Leonardo concordano e scrivono un po’ tutti (almeno quelli che hanno commentato e non sono molti).
Guardian, Telegraph, Die Welt, il Sueddeutsche Zeitung. Tutti scrivono, come è giusto che sia, per carità, della grande notte rossonera e dell’exploit di Alexandre Pato. Ma nessuno lesina sulle responsabilità dell’allenatore interista. Colpevole, nel migliore dei casi, di “una certa ingenuità” tattica o di “immaturità tecnica”. Il più severo è sicuramente l’Independent, che titola, senza mancare della consueta ironia sul pensiero leonardiano: “L’Inter rifiuta di cedere il titolo dopo la sconfitta col Milan”.
Questo il commento: ”Leonardo ha lasciato la carica di allenatore del Milan lo scorso maggio, dopo essersi stufato delle ingerenze tattiche del proprietario del Club, Silvio Berlusconi, ma è stata proprio l’ingenua formazione schierata dal coach interista a consegnare la vittoria alla sua ex squadra, sabato. Il Milan vince il derby 3 a 0, grazie ad un gol dopo 44 secondi, a un colpo di testa al 62esimo minuto, di Alexandre Pato, e a un rigore sul finire del match di Antonio Cassano. Il che significa che il Milan allunga il suo margine in testa sull’Inter a 5 punti, con 7 incontri da giocare. Il dominio dell’Inter nella serie A è sul punto di finire. E malgrado il suo sconfinato entusiasmo, il fatto di essere un allenatore da meno di due stagioni è apparso abbondantemente evidente in un San Siro infuocato. “Non credo ci siamo ancora arresi, ma 5 punti sono 5 punti. Sono tanti”, ha detto il brasiliano a Sky. “La partita è girata col gol al primo minuto, che ci ha colpiti psicologicamente. Se fossimo riusciti a pareggiare prima dell’intervallo, sarebbe stata una partita diversa”. José Mourinho, che ha guidato l’Inter ad una storica tripletta la scorsa stagione prima di lasciare per il Real Madrid, non avrebbe permesso alla sua squadra di essere sovrastata a centrocampo e lasciare il contropiede, come invece ha fatto Leonardo sabato. I centrali Christian Chivu e Andrea Ranocchia sono stati lasciati scoperti da una carenza di copertura a centrocampo e dalle scriteriate proiezioni offensive dei terzini, in un modulo 4-3-2-1 avventuroso. Solitamente schierato a sinistra e soprendentemente preferito a Ivan Cordoba, con Lucio squalificato, Christian Chivu (passato un test d’ideneità fisica all’ultimo momento) ha faticato e il fallo tattico su Pato, costatogli l’espulsione, ha sintetizzato la sua serata. Il proprietario dell’Inter aveva rischiato la furia dei suoi tifosi, assumendo l’ex arci nemico Leonardo quale sostituto del flop Rafa Benitez, a dicembre. Ma l’arguzia e l’intelligenza del brasiliano nella sua stagione al Milan (guidato fino al terzo posto) aveva colpito molti osservatori, sebbene la tattica non fosse il suo punto forte. Il derby invocava l’estro di Samuel Eto’o per terrorizzare l’ormai vecchia difesa milanista, ma il camerunense era relegato sulla fascia sinistra. E malgrado un evidente errore sotto porta, che avrebbe potuto dare l’1 a 1 all’Inter, non ha mai tirato in porta. Il Milan, senza lo squalificato Zlatan Ibrahimovic, non vinceva da 2 partite, ma sembra avere avuto un’iniezione d’energia dalla pausa per le nazionali. “Pato ha fatto bene. È stata una delle sue migliori partite, se non la migliore. La squadra ha mostrato calma e giocato un buon calcio. La vittoria è più che meritata”, ha detto Massimiliano Allegri, dopo avere schierato una formazione più cauta di Leonardo, agggiungendo “È troppo presto per dire che questo è stato il match scudetto”. Ma il primo scudetto dal 2004 è ora alla portata, con Leonardo che avrà giocato la sua parte nel trionfo milanista. Tanto con i suoi errori nel derby come allenatore dell’Inter, quanto per il suo contributo al recupero d’autostima del Milan, durante il suo mandato, la scorsa stagione”.
Sorvolando su banalità ed errori del mitico giornalismo anglosassone, in sintesi si dice che l’Inter così come la conoscevamo negli ultimi anni non c’è più. Quanti interisti comprano i collateral dell’Independent?
Igor Lario Novo
(in esclusiva per Indiscreto)

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