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Basket

Il canto del Galloway

Oscar Eleni 18/11/2024

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Oscar Eleni in fuga nelle Azzorre per non sentire i fischi alla Marsigliese, una buona scusa  per non guardare il “nuovo calcio” dentro San Siro nel giorno in cui tutte le feste sono dedicate a Sinner su reti unificate, con visita pastorale finale anche da Fazio, l’unico teatro dove sembra possibile dire ancora qualche verità come in Splendida cornice facendo canestro con Cucciari e Bottura. Per Spalletti un turno di riposo nella sala rimproveri dopo giorni di strana allegria per la partita vinta contro i belgi che poi le hanno prese anche da Israele. Adesso ci sarà una rivisitazione dei vivai abbandonati, una processione per capire cosa succede alla difesa italiana sui calci piazzati. Processo che coinvolgerà tutti e, naturalmente, si smetterà di pensare ai peccati di Azzurra appena il campionato riporterà la discussione al centro del cortile dopo il verdetto della commissione che ancora discute sullo striscione dell’infamità e nelle famiglie si trema pensando che per fare la pace i padroni del sistema vorrebbero allargare la guerra. Sarà per questo che a scuola, mentre un commando di 30 persone pesta l’insegnante di sostegno, sono tutti eccitati perché al posto dell’educazione civica verrà introdotta nuovamente  la variante educativa sulla preparazione militare dei virgulti.

Mentre il terzo tempo dei rugbisti nasconde il malessere provato anche battendo la Georgia nella casa del nuoto di Barelli si scopre nella Curtis un talento come quello della Pilato dopo primaverili che nascondono i mugugni per la decisione di Ceccon che saluta tutti e va nel mondo di sotto dove non si litiga per come balla la Pellegrini, dove è più facile capire la scelta di Martinenghi di andare nella Verona appena lasciata dal campione che a Parigi ha dormito all’aperto dopo essersi preso  una medaglia che ha fatto storia. Tormenti nascosti dai superpremi per le fondazioni Sinner che anche nel trionfo mantiene un certo stile, anche se al momento sembra che non ci possa essere pubblicità senza il grande cavaliere rosso. Speriamo che non manchino aiuti anche per gli altri adesso che già si litiga sul terzo posto della Battocletti alla Cinque Mulini, cross storico dove un‘italiana non andava sul podio da anni, corsa storica nata nel giardino del Malerba, culla sull’Olona dove l’atletica ha conosciuto mondi lontani e meravigliosi, fatica che ha sempre aiutato a capire meglio come sarebbero andati i mesi estivi sulle piste.

In attesa di sapere se la corsa a sei (esagerati) per lo scudetto del calcio ci farà dimenticare chi ha le mani sui bottoni rossi che potrebbero selezionare l’umanità, tenendo posti liberi soltanto per chi avrà i soldi per una poltrona nell’astronave diretta verso Marte, eccoci sull’isola di Arturo, quella dove Pozzecco farà giocare a basket i pochi italiani che hanno passaporto per farlo anche in campionato. Un mondo a parte spiato da lontano dal Poz che controlla tutto dalla consolle anche se in tanti, il più saggio, costruttivo e cordiale è stato Spinetti, gli consigliano da tempo di girare di più nel territorio, nelle palestre, magari riscoprendo persino il  Totè che al momento ci sembra  uno dei pochi “lunghi” da presentare sulla  modesta scena del mondo FIBA, o almeno uno che venerdì sul campo islandese avrebbe potuto dare almeno una mano al Tessitori che non sembra proprio al massimo, come del resto la Reyer piena di cerotti. Fra l’altro gli avrebbe fatto bene, al Totè moscio visto contro Treviso, lasciare la polveriera Napoli dove hanno deciso che la squadra ciofeca era in fondo classifica soltanto per colpa dell’allenatore. Forse gli avranno detto male del pivottone in casa Fortitudo, la sua vecchia tana, dove intanto hanno segato un altro allenatore, nella speranza che Caja trovi finalmente il porto di quiete per poter tornare a lavorare come è capace.

A proposito di cambiamenti non poteva mancare una novità dalla Milano che dopo Berlino voleva bruciare tutti e dopo la vittoria  a Belgrado sventolava bandierine festeggiando Messina abbracciato agli allenatori che stanno condividendo con lui la stagione delle lumache a colazione. Cambi di umore in base ai “miracoli” degli arcieri, se hanno mira si mangia, altrimenti si tira fuori il libretto delle assenze e si parla leggendo dal libro stampato: vergogna, ma adesso si lavora, silenzio e stare compatti. Be’, se trovi chi è peggio di te come il Partizan dell’Obradovic sfiancato, magari rimedi una partita passata ad inseguire, migliore delle molte perdute dopo aver dato l’illusione che il nuovo corso avrebbe soddisfatto proprietà e pubblico. Ora l’aggravarsi dei problemi tendinei del Josh Nebo che in supercoppa era stato scelto come uomo della provvidenza porterà ad altre rivoluzioni in attesa dai capire se Mannion aggiungerà davvero qualcosa alla banda esterni senza mandare fuori di testa Dimitrijevic. A Belgrado anche il rosso Olimpia, colore del carotene che infiamma, ha fatto ballare la rumba al popolo di Armani, magari perdendo  qualche pallone di troppo, finendo, nell’ultima trappola difensiva, di sicuro mostrando una faccia diversa dopo i due flop che già tormentavano chi aveva parlato troppo bene di lui alla fine della partita d’esordio contro il Real a piedi scalzi. Ora il presidente e allenatore ha deciso di dare una scrollatina anche all’albero dei centri e dalla Nuova Zelanda rimandano in Europa il Gillespie già visto in Baviera e a Belgrado dove non ha lasciato ricordi indimenticabili.

Vedremo, speriamo che non abbia soltanto il cognome del grande trombettista jazz, auguriamoci che almeno l’Armani trovi un giocatore per tornare a correre nella zona play-in dell’Eurolega perché alla Virtus, sembra di capire, non hanno intenzione di dare a Banchi almeno  il giocatore che possa nascondere il peccato originale nella costruzione di una squadra che dopo il settimo giocatore presenta soltanto gente dal futuro incerto e dalla tecnica non proprio all’altezza della grande arena. Certo se tornasse a governare l’idea che giocando insieme si va più lontano forse anche alla Virtus non starebbero a cercare un colpevole e, cosa, più importante, uno  che  possa liberare Zanetti dall’angoscia di essere l’unico a dove tirar fuori la pilla.

Pagelle  da presentare in sala assaggio vini per un basket che dovrebbe rallegrarsi avendo scoperto che in questo turno il fattore campo non ha proprio influito e di questo allora saranno contenti anche gli arbitri, nella speranza che non infieriscano troppo con le multe che di solito si prendono i battuti, soprattutto se le prendono a casa loro.

10 Al GALLOWAY che già faceva sognare Reggio Emilia e adesso rende davvero potente l’armata di Gelsomino REPESA che a Trieste ha offerto un bello spettacolo  con l’altra neopromossa, un regalo per le dirette televisive. TRAPANI più di una mina vagante.

9 Al LAMB che sembrava sfinito e che invece ha ritrovato l’energia per tenere TRENTO al comando imbattuta anche dopo la battaglia di Pistoia dove esordiva in panca MARKOVSKI che ama il brivido. Meraviglia anche se la certezza della coppa Italia, oltre a quella europea, aggiungerà ai pochi ma buoni di Galbiati fatica supplementare.

8 Al VITUCCI che anche con nuovi infortunati  è riuscito a trovare l’anima della TREVISO che in onore al  libro del grande BUZZAVO ha voglia di essere stralonga e  straforte, anche se quella BENETTON è davvero inavvicinabile.

7 A Beppe POETA pirata con la sua Brescia nella casa di Tortona dove DE RAFFAELE aveva sognato ritrovando il vero SEVERINI. Bella sfida, squadre in evoluzione e IVANOVIC grande novità.

6 Al PAJOLA che temevamo avesse perduto il gusto di fare pentole e coperchi, anche per il gruppo  matusa, perché per battere la SASSARI tignosa serviva il suo furore per dare un senso alla fatica e alla qualità della coppia BELI-TOKO.

5 Alla NAZIONALE se dovesse giocare col broncio venerdì in casa degli islandesi e poi a Reggio Emilia dove si festeggerà il ritorno a casa come capitano azzurro del MELLI principe  della nuova Turchia. Ci diano l’illusione di avere qualcosa da rimproverare agli allenatori che in campionato usano il giocatore di scuola italiana soltanto per i tempi morti.

4 Alla VARESE che sembrava risorta battendo la VIRTUS e poi è andata a picco a SCAFATI, Sognavamo un LIBRIZZI nuovo POZ e il CIANCIARINI  lo ha portato a scuola insieme a super GRAY.

3  A LONGO PAR NIENTE il bel libro di Giorgio BUZZAVO che speravamo di trovare nella posta in arrivo. Scherziamo, lo ordineremo di sicuro, felici di aver ritrovato “un longo” che sapeva far di conto”dentro e fuori dal campo, come giocatore e grande dirigente.

2 Alla cara FORTITUDO che per l’ennesima volta assolve i giocatori e fa pagare tutto all’allenatore. Speriamo che a CAJA lascino almeno il tempo di mandare tutti al quel paese.

1 Al POPOLO OLIMPIA ARMANI se dovesse perdere la  pazienza  senza dare il tempo a MANNION e GILLESPIE di sbagliare in pace. Certo il film dei rimpianti dura da troppo tempo.

0 All’URANIA e ALE GENTILE se davvero ridaranno a MILANO il derby che piaceva così tanto ai tempi degli scontri  fra RUBINI e l’invenzione dei MILANACCIO: non siamo pronti a divertirci davvero come succedeva ai tempi in cui Jura senza paura  faceva tremare davvero le tribune del palazzo. Stanno andando forte insieme a RIMINI, ci sono giorno in cui l’A2 sembra dirci qualcosa di più. Nostalgie.

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