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Anni Novanta

La religione di Wanna Marchi

di Stefano Olivari

Pubblicato il 2022-09-02

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Wanna Marchi compie 80 anni, essendo nata a Castel Guelfo, Bologna, il 2 settembre 1942, e anche alla sua età rimane un personaggio iconico del costume italiano. Ormai poco seguito dalla classe media, ma sempre nel cuore del popolo white trash e di quello degli intellettualini da secondo livello di lettura, che ovviamente guarderanno la serie di Netflix su di lei che esce fra qualche settimana.

I suoi anni d’oro sono stati gli Ottanta, chiusi con una condanna per bancarotta fraudolenta, ma soprattutto i Novanta, quelli del mago Do Nascimento (ex cameriere ed ex altro, in seguito parrucchiere una volta tornato in Brasile), chiusi all’alba del nuovo millennio con una condanna per truffa. Ma Wanna Marchi non è soltanto la sua storia giudiziaria, mica siamo il Fatto, è qualcosa di più profondo. Lei rappresenta l’ansia di tutti di trovare una scorciatoia per la bellezza (con il leggendario scioglipancia), per la ricchezza (con i numeri del lotto), in generale per la fortuna (il sale e i rametti d’edera contro il malocchio).

Chi credeva in Wanna Marchi non voleva fare carriera, ma soltanto stare meglio. Ed era il primo critico di sé stesso, al punto di accettare da lei raccomandazioni, esortazioni e anche insulti, consapevole di essere inferiore con una coscienza (o incoscienza) di classe di tipo statunitense, che in Italia fino agli anni Ottanta non era mai emersa. Nessuno prima di lei aveva mai detto alle donne che erano delle ciccione, che facevano schifo e che i mariti facevano bene a cornificarle, nessuno l’avrebbe mai detto dopo. Con lo schema poi ribaltato per vendere i ‘prodotti’ anche ai maschi. Per l’1% di ciò che Wanna Marchi e la figlia Stefania dicevano oggi scatterebbe un processo mediatico per body shaming.

Wanna Marchi si è vista su varie emittenti, ma nella memoria è rimasta per la Rete A di Peruzzo, che le aprì poi le porte dei primi canali del telecomando, e addirittura anche del cinema e della discografia (con il suo tormentone “D’accordo?”), perché lei come ospite funzionava e funziona, al netto della fedina penale. Come nel 99,9% dei casi, per Wanna Marchi non c’è alcunché da rivalutare (a noi non faceva nemmeno ridere, perché era troppo intelligente e consapevole), ma è interessante come tutti abbiamo bisogno di credere in qualcosa. Perché non è che le grandi religioni abbiano un impianto teorico e logico superiore allo scioglipancia, o un pubblico meno disperato.

info@indiscreto.net

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