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Il biglietto della Lotteria Italia
Indiscreto 07/01/2025
Non abbiamo seguito un solo secondo di Affari tuoi dell’Epifania, ma non per snobismo: un po’ stavamo guardando la finale di Supercoppa e un po’ non avevamo alcun biglietto della Lotteria Italia che ci tenesse incollati alla televisione tradizionale come ormai sono capaci di fare soltanto le partite e Sanremo. Per una volta veniamo subito al punto: chi è oggi che compra i biglietti della Lotteria Italia? Nome che evoca le speranze ingenue dell’Italia eterna, quella fotoromanzata scoperta dal genio di Cino Del Duca, concorso che i suoi picchi li ha avuti in tempi relativamente moderni: nel 1988 il record di biglietti venduti, 37,4 milioni, poi un lungo e costante declino causato da prodotti che si rivolgono a un pubblico analogo (del 1994 è la nascita del Gratta e vinci) e che anche con vincite potenziali minori offrono riscontri più immediati.
Un po’ dappertutto si è letto che a questo giro le cose sono andate bene rispetto all’anno scorso, forse bisogna tenere alto il profilo di De Martino (a noi non disturba: quante donne sono in televisione soltanto per la bellezza?), ma la realtà è che questa edizione della Lotteria Italia ha fatto vendere 8,6 milioni di biglietti. Noi non ne prendiamo in mano uno da quando ce li regalava nostra nonna, quasi trent’anni fa, ma anche qualche altro milione di italiani è evidentemente nella stessa situazione. Lotteria Italia suona un po’ come Totocalcio o Totip… Non possiamo credere che la colpa sia di De Martino o che i meriti fossero di Anna Oxa quando conduceva Fantastico Bis, il fenomeno è quindi interessante perché avviene in un’Italia in cui giocano quasi tutti.
Poi si confrontano spesso mondi che non c’entrano niente, perché chi scommette sull’Over di Brentford-Southampton cerca qualcosa di diverso da chi compra il biglietto della lotteria, in termini sia probabilistici sia psicologici, ma rimane il fatto che i soldi non siano illimitati e che se vengono messi da una parte non possano essere usati dall’altra. Insomma, la Lotteria Italia è fuori dal tempo, molto da Rai 1 nel senso deteriore dell’espressione, ma come le scommesse e i giochi da casino si rivolge a una massa complessivamente perdente: il ludopatico, quello vero e quindi non il calciatore con certificato di medico compiacente, si rovina con le slot e non certo comprando i biglietti trainati da Rai 1.
Pensandoci bene, pur da scommettitori appassionati quali siamo, troviamo che la Lotteria Italia abbia ancora nel 2025 almeno due pregi. Il primo è quello del biglietto fisico, che può essere regalato e che comunque è qualcosa che percepiamo come concreto: la stessa differenza che c’è fra un quotidiano cartaceo e un sito, fra regalare un libro o due mesi di Kindle Unlimited, fra pagare il conto al ristorante e i terrificanti gift box tipo Cena Gourmet. Il secondo è quello della speranza: i professionisti più bravi, quelli che lavorano sull’edge e non su informazioni confidenziali (sapendo il risultato in anticipo anche 1.01 è una buona quota), o al limite anche i tipster, si vantano quando hanno un record oltre le 100 unit annue (una unit è, nell’accezione più comune, l’1% del bankroll), ma ognuno ha una taglia diversa: per noi una unit è 100 euro e comunque siamo sul più 40 annuo (dilettanti più che sufficienti), per altri è 10.000 (certo non sulle piattaforme che fanno pubblicità, ammesso poi di trovare in altri circuiti chi banchi anche il challenger di Nothamburi su cui abbiamo puntato la scorsa notte). In sintesi: chi scommette ‘anche’ per guadagnare va avanti con piccole vincite e piccole perdite, mentre il possessore del biglietto della lotteria, che probabilisticamente parte quasi sicuro sconfitto, con 5 euro almeno per qualche settimana può sperare nei 5 milioni, oltre ai premi minori, e di fare il colpo. La schedina fra le dita può cambiare la tua vita (cit.).
Sul finire degli anni ’80 lo stipendio netto di un operaio generico era di circa 1,1 milioni di lire a fronte di un biglietto della Lotteria Italia che costava 4.000 lire e di un primo premio di 3 miliardi. Adesso il netto medio di un operaio italiano è circa 1.700 euro al mese, chiaramente frutto di situazioni polarizzate fra il 1.300 del metalmeccanico da contratto nazionale e il 2.000 del muratore specializzato, a fronte di un biglietto che costa 5 euro e di un primo premio di 5 milioni. In sintesi: l’operaio guadagna in termini nominali il 200% in più (che poi viva peggio, soprattutto al Nord, è un altro discorso), il biglietto costa il 150% in più e il primo premio è anche lui sul 150% in più. Insomma, non c’è una una ragione concreta per cui la Lotteria Italia faccia sognare meno di una volta. Se non che niente e nessuno è più come una volta.
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