Ibrahimovic a Sanremo

23 Febbraio 2021 di Stefano Olivari

Ibrahimovic a Sanremo? Dopo il derby perso 3-0 la partecipazione del campione del Milan all’evento musicale e televisivo più importante d’Italia, da martedì 2 marzo a sabato 6 marzo, è diventata un caso nazionale e sicuramente il principale argomento di discussione fra i tifosi rossoneri e personaggi del Milan del passato, da Berlusconi a Capello (entrambi contrarissimi). Tifosi che se Ibrahimovic domenica avesse segnato il gol dell’1-1, e ci è andato davvero vicino almeno in due occasioni, magari facendo girare la partita perché il calcio è questo, adesso magari esalterebbero la sua partecipazione a Sanremo offrendogli figlie, mogli e altri sacrifici umani.

Perché il caso Ibra a Sanremo porta alla solita considerazione: chi vince è un bravo ragazzo, chi perde una testa di cazzo (cit.). Fra essere un grande personaggio multidimensionale e trasversale all’essere uno che se ne frega della squadra la differenza la fa una parata di Handanovic. Detto questo, fin da subito l’operazione Sanremo non era sembrata geniale, essendo oltretutto in una settimana con due partite, Milan-Udinese mercoledì 3 marzo alle 20.45 e Verona-Milan domenica 7 marzo alle 15.00. Questo al di là di tutti i discorsi sulle bolle, sugli spostamenti (Ibra il mercoledì si presenterà direttamente a San Siro, poi dopo la partita tornerà a Sanremo: così almeno ha detto Amadeus), sulla logistica spicciola, su auto ed elicotteri.

Un giocatore e un uomo senza personalità, temendo anche per la partita dell’Olimpico di domenica sera (e dalla ruota di Roma potrebbe anche uscire una sconfitta), da bravo soldatino risolverebbe la questione rinunciando a Sanremo come del resto ha fatto per altri motivi Naomi Campbell. Uno come Ibrahimovic è invece convinto di poter gestire tutto e di far vincere il Milan in ogni occasione, anche giocando nei ritagli di tempo. Sa di avere il fucile mediatico puntato addosso, da parte degli uomini di calcio, e sa anche che nessun dirigente o compagno del Milan approva questa cosa di Sanremo, non avendo le palle per esporsi, ma la sua grandezza è anche questa: fregarsene, visto che se lo può permettere ed evidentemente il contratto ha un buco. Di certo senza di lui, fortissimamente voluto da Boban e Maldini, il Milan sarebbe in zona Europa League. Meglio uno che fa il compitino e con il quale non vinci o meglio Ibrahimovic? Che se è arrivato a 40 anni in queste condizioni fisiche tanto superficiale non deve essere.

La parte che ci è antipatica della vicenda Ibrahimovic-Sanremo è che da qualche tempo lo svedese ha deciso, un po’ a tavolino, di essere ancora più personaggio di quello che sarebbe naturalmente. Flirt finti, messaggi da pubblicità progresso, ed ora Sanremo. Un po’ quello che a un certo punto ha fatto Totti, dietro consiglio di Maurizio Costanzo: diventare trasversale, uscire dal ghetto del calcio, evitare un futuro soltanto da grande ex. Sono cose un po’ artificiali, per un pubblico di bocca buona, che necessiterebbero almeno di un po’ di credibilità: poi magari scopriremo che il piccolo Ibra è cresciuto nel mito dei Matia Bazar, gli autori possono tutto.

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