I toscani bestemmiano

15 Settembre 2021 di Stefano Olivari

Maurizio Sarri è stato squalificato per due giornate dal giudice sportivo, per il suo atteggiamento nei confronti dell’arbitro Chiffi dopo l’espulsione alla fine di Milan-Lazio e per le bestemmie (“Espressioni blasfeme” c’è scritto nel comunicato) uscite dalla sua bocca nel parapiglia con Saelemaekers e altri. Saltiamo a piedi pari il commento da tanto che è scontato: nel calcio italiano ci sono impuniti e intoccabili, che bestemmiano ben più di Sarri. E andiamo sul luogo comune, da qualcuno usato come tesi difensiva: i toscani bestemmiano. O meglio (anzi, peggio), usano la bestemmia senza darle grandi significati ma come semplice intercalare.

Potremmo dire la stessa cosa dei veneti, posto che abbia senso parlare di ‘toscani’ e di ‘veneti’, ma senza generalizzazioni non si potrebbe iniziare alcun discorso. E poi siamo partiti da Sarri… Perché quindi in Toscana, a parità di ceto sociale, di educazione e di sensibilità, si bestemmia più che altrove? Anche in campo artistico, da Benigni a Ceccherini (non è una classifica, per noi è anzi meglio Ceccherini), i riferimenti nei confronti della religione cattolica sono sempre un po’ al limite.

Una spiegazione secondo noi convincente, data da molti storici, è che in Toscana fin da metà Ottocento un sentimento critico verso la Chiesa ed in generale la religione cattolica sia stato trasversale alle classi sociali: fra massoneria (che in certe città, come Siena, ha un’importanza imbarazzante), socialismo e anarchia un atteggiamento laico all’estremo, una volta avremmo detto da mangiapreti, il sacro rappresentato in Italia dalla cultura cattolica non ha mai ispirato né devozione né rispetto. Insomma, è più uno sbeffeggiare l’istituzione che la spiritualità.

E anche perse le sue radici storiche nel linguaggio di molti sono rimaste tracce di questo atteggiamento. Questo non significa che debba rimanere così per sempre, visto che il linguaggio si dovrebbe evolvere con i tempi. Nel 2021 chi direbbe, almeno in pubblico, parole come ‘negro’ e ‘mongoloide’? Tornando a Sarri, ci sembra che fra i tantissimi allenatori toscani di primo piano soltanto Spalletti si salvi, o forse parla sottovoce. Magari nella terra di Dante potrebbero aggiornarsi, associando i suini ad altre religioni meno portate a porgere l’altra guancia. Come disse una volta Azeglio Vicini, che fra l’altro in quell’occasione ce l’aveva con i tifosi della Fiorentina, “Abbiamo finito le guance”.

Share this article