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I ritardatari di Expo tutti in coda

di Paolo Morati

Pubblicato il 2015-10-15

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Deve mettere in cantiere tanta pazienza chi ha deciso di visitare Expo Milano 2015 in questo ultimo periodo di apertura. Niente di inatteso, considerato che di lunghe code agli ingressi (nonché ai padiglioni) si parla ormai da mesi. Sabato scorso abbiamo però visto con i nostri occhi la massa di persone che attendeva di passare i principali varchi di controllo per poi incamminarsi lungo un Decumano ultra affollato (si procedeva molto lenti) e scegliere quindi in quale singola coda posizionarsi.

Il confronto con altre visite da noi fatte, in particolare a luglio (quando avevamo invitato i lettori ad andare all’Esposizione Universale con l’intento di guardare e imparare, anziché mangiare) è stato impietoso, considerato che, anche per i padiglioni che parevano inizialmente attrarre meno interesse, c’erano lunghe file di persone. Con per fortuna una bella giornata di sole che aiutava il buon umore, ma anche la pazienza di un pubblico di ogni età. Dagli anziani ai bimbi in passeggino laddove non usufruivano di corsie preferenziali.

Ecco, la cosa interessante era constatare come con tranquillità i visitatori stavano ad attendere il proprio turno, che fosse per l’iper gettonato Padiglione Italia (una ragazza dello staff ci raccontava di una fila interminabile dalla mattina) o il molto più piccolo ma bellissimo Marocco. Insomma, positivo vedere tanta gente interessata anche se il problema è che folla vuol dire anche scarsa possibilità di attenzione (c’è anche molto da leggere) nonché di vedere più cose. Intanto, a Expo agli sgoccioli, il Codacons chiede, tra l’altro, il rimborso dei biglietti per chi non li ha ancora utilizzati e la modifica delle condizioni di accesso portandole a numero chiuso.

A questo punto il rischio è che la corsa dell’ultimo minuto non lasci un buon ricordo ai ritardatari di Expo così come a chi aveva già da tempo prenotato questo periodo per visitarlo, magari pensando che dopo l’estate ci sarebbe stata meno gente. D’altro canto ormai mancano poco più di quindicina di giorni prima che l’Esposizione Universale saluti Milano (e Rho), non prima del concerto gratuito del 25 ottobre di Francesco De Gregori. Dopodiché si tireranno le somme definitive per capire se è stato veramente un successo e che cosa rimarrà di questa esperienza durata sei mesi.

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