Anni Ottanta
I gregari di Moser e Saronni
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2009-05-08
di Stefano Olivari
1. Coppi e Bartali, sempre le stesse storie con i figli sempre più vecchi. Fiorenzo Magni, sempre più un gigante. Moser e Saronni, i nostri primi anni Ottanta. Vista una puntata di Porta a Porta più interessante di quelle su Cogne, Erba e Garlasco messe insieme, nonostante l’assenza assoluta di novità. Venendo agli anni Ottanta, ci piace ricordare un episodio della rivalità fra Moser e Saronni che non riguarda il Giro d’Italia, vinto due volte da Saronni (1979 e 1983) ed una da Moser (1984 per volere Gazzetta, cancellando il tappone che avrebbe incoronato Fignon).
2. Mondiale di Praga, agosto 1981, che bello quando il Mondiale di fatto chiudeva l’estate: All’ultimo giro c’è in testa un gruppo pieno di italiani: i due grandi rivali, poi Baronchelli, Panizza, Masciarelli, Contini, Battaglin, Gavazzi. Da sottolineare che sui corridori di testa è rientrato, recuperando da solo (!) due minuti di distacco uno dei migliori Hinault di sempre, fresco vincitore del suo terzo Tour oltre che campione del mondo in carica. Scatti ripetuti, soprattutto di Baronchelli l’anno prima secondo a Sallanches (bravo Hinault, però quel salto di catena…), ma marcature a uomo. A una decina di chilometri dalla fine altro scatto del mantovan-bergamasco, compagno di club di Moser nella Fam Cucine, accompagnato da Robert Millar. Baronchelli non è certo uno sprinter, ma è senz’altro più veloce dello scalatore scozzese (nessuna parentela con David): insomma, nel caso dietro nessuno insegua la medaglia d’oro è sua, risarcimento per una carriera grande e sfortunata (dai 12 secondi di distacco da Merckx in giù). Ma a quel punto si rifà sotto un gruppo scatenato, trainato da…Miro Panizza, compagno di club di Saronni nella Gis. Nelle vere rivalità non si accetta la vittoria ‘dell’altro’ nemmeno per interposto gregario. Altro scatto di Millar, questa volta in solitario a due chilometri dal traguardo, altra ricucitura operata da Panizza. A quel punto, con i migliori tutti insieme, sarebbe logico che gli azzurri organizzassero un treno per Saronni. Moser però finge di non capire e così nasce una volata stranissima, in cui ognuno corre per sè. Ai 400 metri Baronchelli ricompare in testa, ma la sua trenata è poco convinta, così un nervoso Saronni parte troppo presto (si dice sempre così, con il senno di poi).
3. La spunta Freddy Maertens, già giustiziere di Moser a Ostuni, su Saronni e Hinault (straordinaria l’impresa del bretone, visto il recupero). L’ultima vittoria nella carriera del belga, passato ingiustamente alla storia italiana come uno sprinter opportunista quando invece è corridore da classiche e al top della forma anche da grandi giri (ha vinto la Vuelta del 1977 e senza caduta avrebbe vinto anche il Giro poi andato al compagno Pollentier). Alfredo Martini è furibondo, ma in vita sua ha visto di peggio e saprà passare oltre. L’anno dopo Saronni si rifarà, con uno dei gesti sportivi simbolo del nostro decennio.
stefano@indiscreto.it
Video: le fasi finali del Mondiale di Praga, con la telecronaca Rai di Adriano De Zan