I giovani trentenni di Stramaccioni

3 Settembre 2012 di Libeccio

Cassano ha un tempo di gioco nelle gambe e nei polmoni. E’ dunque un giocatore dimezzato? Cassano da l’impressione di giocare da solo e non per la squadra. E’ un giocatore che serviva all’Inter? Cassano reagisce subito  in malo modo ad un passaggio sbagliato dai compagni. E’ un giocatore utile al concetto di squadra che pare essere alla base del calcio di Stramaccioni? E soprattutto: L’Inter di Stramaccioni esprime un calcio con una evidente e convinta personalità?

Tempo fa, svincolandoci dall’ultimo risultato, definimmo l’Inter che veniva disegnata con l’ultimo “bum” della campagna acquisti come una squadra senza capo né coda. Le doppie gare di Coppa avevano molto nascosto i difetti che sapevamo bene sarebbero venuti fuori alla prima gara importante. Così precisamente è stato. Contro compagini modeste l’Inter ha tenuto un comportamento quasi dignitoso, pur con alcune preoccupanti cadute di concentrazione e difensive, ma quando l’asticella si è alzata si è capito cosa sarà la stagione 2012-13 per la squadra che due anni fa era campione del mondo…

L’esibizione di Pescara non era da considerare un test attendibile, essendo il Pescara attuale una squadra votata al ritorno in “B” senza se e senza ma. Eppure larghissima parte della stampa autorevole (sono i budget pubblicitari a qualificarla tale) aveva salutato la larga vittoria di Pescara come la dimostrazione che la banda Branca-Stamaccioni avesse colpito nel segno con una campagna solo apparentemente dimessa. In realtà tanti erano i gioielli esibiti dal furbissimo duetto e parecchi si sono spinti addirittura alla fatidica domanda: dove potrà arrivare l’Inter? E ancora in rapida successione (i più entusiasti): può essere l’Inter l’anti Juve? Con la risposta affermativa quasi scontata.

La realtà, come quasi sempre avviene, è molto diversa dai nostri desideri o da quelli del principe di turno. E a volte può essere amarissima, come la sconfitta secca e brutale che l’Inter ha subito da parte della Roma che adesso sarà pure magnificata, ma che ha giocato su praterie che solo una squadra folle, guidata da un allenatore inesperto e del tutto fuori della realtà potevano disegnare in campo. In più l’Inter attuale è pallida e sbiadita fotografia di quella che fu (il fantasma di Cambiasso principale testimone, nel primo tempo dalla panchina). Sostanzialmente una squadra di media classifica che faticherà per tutto il campionato, sperando che la situazione non si faccia incandescente come potrebbe anche accadere. Poi dietro a Juventue e, forse, Napoli, tutto può succedere: si è creata una situazione per cui terzo può arrivare praticamente chiunque e allora perché dovremmo impedire ai tifosi di sognare?

L’Inter era debolissima in difesa (una delle più perforate dell’anno scorso) e si è ulteriormente indebolita. L’inter era in affanno a centrocampo (gravemente) e si è leggermente rinforzata (Guarin è un giocatore di assoluta qualità, l’unico dei nuovi che sarebbe piaciuto a Mourinho, Gargano un portatore d’acqua, Pereira da valutare nelle prossime 10 gare anche se non si capisce ancora se sia un laterale basso oppure alto e quelli che giocano disinvoltamente in entrambi i ruoli sono deboli in un senso e nell’altro). In attacco Milito risente delle primavere che passano e Palacio è solo una seconda punta di discreta qualità. Se Milito si fa male  l’Inter non ha una soluzione che possa lasciar sperare in un recupero. Una squadra “pensata” per un campionato mediocre, che farà un campionato mediocre, con buona pace di tifosi ottusamente pro o ottusamente contro che per motivi opposti tendono a esaltarla.

In ultimo il capitolo allenatore. Non abbiamo nulla contro Stramaccioni che anzi stimiamo e rispettiamo come uomo e come professionista. La colpa è di coloro che hanno deciso di affidare una macchina da corsa, sia pure mediocre, ad un neopatentato, con i media a recitare la litanìa dei ‘giovani’. Al di là del piazzamente in campionato, vedremo a fine stagione quanti giovani interisti Stramaccioni sarà riuscito a lanciare. Crediamo pochi.

Libeccio, 3 settembre 2012

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