Attualità
I film porno di Billie Eilish
Stefano Olivari 16/12/2021
Come tutte le grandi stelle della musica Billie Eilish è anche un genio del marketing e quasi ogni giorno ci regala la furba notizia che il giornalista pigro, quindi anche noi, riprende pigramente. Quella dei film porno guardati a 11 anni la troviamo però davvero interessante, perché riguarda un’esperienza che tutti abbiamo fatto, in varie forme ma con un minimo comune denominatore: non il vittimismo dei vip, tutti a loro dire oggetto di bullismo e soprusi durante l’adolescenza (autori ovviamente preti cattolici, perché laici, musulmani, ebrei e buddisti non stuprano, con loro si va sul sicuro), ma la conoscenza del sesso da fonti esterne rispetto alla famiglia o alla scuola.
Perché non esiste quasi nessuno che nella realtà sia stato introdotto a questi argomenti dai genitori o dagli insegnanti, a parte qualche imbarazzante tecnicismo alla Siamo fatti così. Come noi abbiamo appreso certe cose dai fumetti di Lando, il Montatore, Tromba, Sukia (uguale, nel disegno, a Ornella Muti!), Maghella, e dai fotoromanzi di Supersex (per questo ogni volta che nel tennis si parla di Next Gen pensiamo all’istante all’Ifix Tcen Tcen di Gabriel Pontello), un adolescente di oggi le apprende da You Porn o simili.
Un secolo fa la fonte era magari un fratello o un amico già grande, ma il concetto non cambia: il sesso non può essere spiegato dalle istituzioni, per loro natura asessuate. Chi ha mai parlato di sesso con il proprio padre? Roba da sotterrarsi per la vergogna. Forse qualche caso in più di ragazza che si apre con la madre, ma certo non la maggioranza. Poi oggi le possibilità di mettersi nei guai sono senz’altro superiori, grazie a Instagram ed altro, ma bisogna finirla con questo pensiero unico degli adolescenti fragili, che non possono essere rimproverati, bocciati, nemmeno criticati. Ci sono esperienze più pericolose che guardare film porno a 11 anni.
Ci sembra quindi che Billie Eilish, talento pazzesco (unico caso di artista moderno del quale abbiamo i dischi in vinile), stia seguendo questa onda dell’adolescente che si crogiola nella debolezza, aspettando che il mondo cambi prima di iniziare lui, a cambiare. Come diceva un geniale Masini nella sua canzone manifesto, “Siamo lupi da interviste e i ragazzi sono agnelli”. Conosciamo decine di persone che come noi hanno pianto, peraltro senza capirlo nel suo tempo, per Ian Curtis, ma non per questo ci siamo impiccati.